Metti a posto la biblioteca!

Metti a posto la biblioteca!

Me lo dico sempre quando ripenso a come era conciato il tavolo, libri sparpagliati dappertutto, aperti, ammucchiati, in equilibrio precario, sugli scaffali un disordine epico, sui ripiani un tentativo frettoloso di classificazione, sghembo e provvisorio, volumi a mo’ di colonna per contribuire al precario equilibrio, ai piedi vari sacchetti da cui tentavano furtivamente di evadere altri volumi… ma per fortuna questa non era la mia biblioteca. Se non sbaglio l’avevo fotografata negli anni 90, una delle poche foto che ho salvato dagli svariati traslochi e se non vado male era una vecchia biblioteca di Triora. Borges ne sarebbe andato fiero e Adso da Meck l’avrebbe apprezzata.

E come al solito devo dire grazie all’AI di google che mi permette di cercare “biblioteca” tra le mie foto e mi restituisce subito una sfilza di immagini coerenti, a partire dall’ultima in cui mi sono imbattuto, la biblio-pub di Portalba a Napoli… ma passando per tutte le scuole e gli sfondi farciti di libri.

Ma un po’ di ordine sto cercando di metterlo ugualmente, in quella che ormai è la mia biblioteca errante, in formato digitale, grazie a Kindle e a Calibre (mai fidarsi di un solo repository, soprattutto quando sai che i libri che compri tramite il kindle non sono del tutto veramente “tuoi”, è come se fossero “in prestito”…uno augura lunga vita a Bezos e ad Amazon, ma di questi tempi, non si sa mai, io ho cominciato ad usare i fogli elettronici quando il top di serie si chiamava Lotus 123….!. Calibre è ormai diventato il mio deposito di sicurezza per tutto ciò che considero libro.

Ho iniziato a prendere e utilizzare sul serio libri in digitale dal 2012 anche se il mio primo esperimento di lettura in total digital risale a molto prima; collaboravo con l’ITD-CNR di Genova e curavo la sezione del BBS relativo ai sussidi per l’handicap e in fin dei conti per la didattica alternativa. Avevo iniziato a collezionare le prime raccolte di libri in formato elettronico. L’unico formato disponibile era il semplicissimo *.txt. Il PDF era ancora nel cassetto dei progetti futuri di Adobe. Per forza, eravamo alla fine degli anni ’80! Avevo scandagliato e raccolto un certo numero di file di libri disponibili in rete. Ma quando dico “rete” mi riferisco solo a Usenet, le reti universitarie, i pochi depositi di file accessibili solo tramite FTP e i primi tentativi di bulletin board system, i BBS. Proprio per questo ne avevamo allestito all’ITD uno con questa finalità, rendere disponibile ai primi appassionati di telematica (che stavano iniziando a spuntare) materiali e risorse per il campo dell’insegnamento, della scuola, dell’handicap come semplicemente si diceva allora. E i libri servivano soprattutto per gli alunni e le persone con disabilità visiva e l’UIC non aveva ancora realizzato la sua banca dati di libri elettronici pronti per la lettura e l’ascolto; lo scanner era ancora un oggetto misterioso e difficile da interfacciare…

Ma in molti mi dicevano: “Figurati se qualcuno si metterà mai a leggere un libro sullo schermo; è fastidioso, con quei caratteri traballanti, i medici sconsigliano persino questa soluzione…. lascia perdere”. Era abbastanza vero, a metà degli anni 80 gli strumenti erano ancora molto poveri e frustranti. Solo lo schermo dei primi MAC dava quel senso di stabilità e chiarezza necessari. Ma le cose cambiavano in fretta. Ottenuto il mio primo schermo CRT a fosfori ambrati e stabilizzati, ho provato (quasi una sfida) a leggere un libro intero su schermo, per vedere se…

Che libro era? Pippi Calzelunghe, di Astrid Lindgren. Forse per colpa del ritornello che ancora portavo in testa (la versione tv faceva parte delle vette culturali della mia infanzia!), anche se solo adesso scopro che gli autori della canzone erano un certo Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante!!!

Chissà se ho ancora in qualche backup il testo dei file del mio antico BBS :-), comunque ricordo che l’impresa portò via diverse ore, ritagliate tra gli impegni universitari e di ricerca. Ma tutto sommato funzionò abbastanza, per fortificare un’abitudine o una mania che ancora mi porto dietro: si può rinunciare un po’ alla carta ma non al testo.

Il passo definitivo è stato proprio con il Kindle, quando mi è sembrato uno strumento ormai fattibile e accessibile. Ero stufo di provare i nuovi e mirabolanti ritrovati della tecnica (ricordo un vecchio lettore MP3, formidabile e carino, ma dopo pochi mesi sul mercato già era praticamente senza futuro, senza possibilità di espansione, senza altri sbocchi, bloccato nei suoi pochi 128 MB di archiviazione, in pratica un paio di CD e poco più… vaga ancora come fantasma in qualche mio vecchio scatolone).

Ma il Kindle mi sembrava abbastanza maturo. Lo conservo ancora, ed è ancora utilizzabile, con il suo schermo a e-ink, che si muove un po’ goffamente e quando disegna un logo o un’immagine sembra pioggia sul parabrezza…. E così dal 2012 ho iniziato a prendere ed acquistare solo libri in formato elettronico, tranne rare eccezioni. Unica concessione: sotto Natale regalavo sempre alle mie maestre o ai miei prof un libro “di carta”… un regalo da consumare con calma. Ma che prima avevo trovato e letto in e-book.

E adesso mi sono deciso a fare almeno una copia di sicurezza dei libri che negli anni si sono accumulati sul mio account. All’inizio pensavo di prenderne non più di una dozzina all’anno, insomma, il quantitativo tipico di un lettore medio basso che ha poco tempo, come nel mio caso. Poi mi sono lasciato invischiare dalle “offerte lampo” che spesso arrivano da Amazon, dai suggerimenti e spesso dalla necessità di poter utilizzare al meglio un testo e ora mi ritrovo che nel corso di un anno i libri acquistati superano largamente il centinaio… E dopo 8 anni di letture matte e disperate (più che altro disordinate), il totale supera largamente il migliaio.

E poi, fa anche bella figura seguire la logica di catalogazione del Kindle, è bello, ad esempio, sapere che per lui la Bibbia non accetta dubbi, l’ha scritta proprio Lui, in persona 🙂

Naturalmente non li ho mica letti tutti, qualcuno è in elenco giusto per sindrome da click compulsivo, di altri ho letto solo il colophon o poche pagine, di qualcuno solo i passi necessari e interessanti.

Ma intanto sono lì, su questi scaffali, che un tempo erano hard-disk, poi pen-drive, ora SSD, ma anche Cloud, domani chissà, in attesa dei qbit quantistici. Ora cerco di sistemarlo per “togliere la polvere”.

Con Calibre riporto “a casa” tutti i libri acquistati, con l’utilissima possibilità di convertirli nei formati necessari, ad esempio per “prestarli agli amici”, una delle cose più utili dei libri (e questo Kindle invece non solo lo scoraggia, ma… praticamente lo vieta).

Giusto per curiosità ecco cosa è saltato fuori chiedendo a Google Photo di selezionarmi le foto con “biblioteca”... interessante rivedere il mio amico Giorgio Diamanti, grande esperto di Rodari, o il Sindaco di Giugliano, qualche presentazione di libri…qualche vecchio scaffale.

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