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Categoria: maristi di champagnat

Grazie per l’Hermitage

Grazie per l’Hermitage

20 maggio: per il mondo marista è una data speciale, ricordiamo la nascita di san Marcellino, a Marlhes, nella frazione del Rosey (che proprio da oggi diventa per noi un nome dal futuro speciale); ma in questi giorni ricordiamo anche il bicentenario della casa dell’Hermitage, dove il sogno di Marcellino assume decisamente una fisionomia completa e chiara.

La storia di questa casa è abbastanza chiara per tutti i maristi. Dopo gli inizi nei piccoli locali di Lavalla a partire dal 2 gennaio 1817, ben presto sorge la necessità di trovare uno spazio più adatto al crescente numero di vocazioni in arrivo e alle necessità di questa comunità impegnata nel campo dell’educazione e della evangelizzazione.

Marcellino nei suoi ripetuti itinerari come viceparroco del paese, aveva da tempo messo gli occhi su un angolino di quelle zone ancora spopolate, una curva del torrente Gier che gli sembrava particolarmente adatta: lì c’era spazio per una casa, la roccia per costruirla, un po’ di terreno per un orto e la campagna, il bosco per la legna, l’acqua per tutte le necessità, la tranquillità per una casa di formazione.

A rileggere le cronache dell’opera si rimane stupiti della rapidità della costruzione. Marcellino compra il terreno nel maggio del 1824 e dopo un anno di intenso lavoro, con il Fondatore in prima linea tra muratori e aiutanti, si effettua il trasloco da Lavalla e si inaugura la casa, non ancora completata in tutte le sue parti ma già utilizzabile. L’Hermitage inizia così il suo lungo servizio all’istituto, ricco di alti e bassi (dopo il 1903, con la cacciata di tutti i religiosi dalla Francia, si giunse persino all’ipotesi di venderla); dopo la ristrutturazione realizzata dopo il 2000 e la sua nuova funzione di centro formativo, sede di convegni, corsi di spiritualità, con la presenza di una comunità internazionale, è un centro più attivo che mai, con un flusso continuo di maristi, pellegrini, amici e persone toccate dal carisma marista. E’ da poco disponibile un corposo volume del fr. australiano Barry Lamb, ricchissimo di documenti, fotografie, analisi e ricerche storiche sulla casa, dagli inizi fino ad oggi: una miniera interessante di notizie.

Una bella presentazione, con immagini e video, è stata realizzata dalla comunità di accoglienza dell’Hermitage, particolarmente attenta alla sua dimensione di centro spirituale e “casa di luce” per tutto il mondo marista.

Ma oltre al video si è pensato anche ad una canzone; e non è certo un caso, aprofittando del fatto che in questo momento nella comunità sono presenti Miquel e Eladio, due fratelli che hanno partecipato in modo significativo al gruppo musicale Kairoi, il fratello Maurice Goutagny ha elaborato il testo (l’originale è quindi in francese) e Miquel ha composto la musica e siccome la comunità di accoglienza è veramente cosmopolita, hanno pensato di fare subito qualche traduzione nelle principali lingue. E come le ciliegie, una tira l’altra, quindi dopo le lingue classiche, francese, spagnolo, portoghese e inglese, perchè no il tagalog e il malgascio? A questo punto fr. Emili Turu, che attualmente vive nella comunità romana del San Leone ha stuzzicato l’amor patrio e ha chiesto se non era possibile fare anche la versione italiana. C’è voluto un po’, ma adesso abbiamo anche quella, con una registrazione audio piuttosto di fortuna, realizzata all’Hermitage insieme a Miquel e Demòsthenes. Qui trovate i link alle varie risorse:

Parlavamo all’inizio del Rosey, Marcellino nasce in questa piccola frazione di Marlhes e da poco è disponibile anche una navigazione virtuale di questo angolo di casa dove Marcellino ha mosso i primi passi, la presentazione è disponibile in 4 lingue e consente di curiosare con calma in questi ambienti. Ma la novità che ci riguarda più da vicino è stata comunicata con una lettera dei 3 provinciali incaricati della “confluenza” delle 3 province Iberica, Compostela e Mediterranea. Questo processo è già in moto e si concluderà nel 2028, con la creazione di una nuova provincia. Il nome è stato comunicato proprio oggi, ed è quello particolarmente eloquente di Rosey. Sulle pagine del sito ufficiale dell’Istituto possiamo leggere questa comunicazione.

E per finire non resta che invitare a partecipare alla prossima iniziativa che l’Istituto sta preparando, si tratta della Celebrazione Champagnat 2025, un webinar aperto a tutti i maristi di Champagnat, proprio sul tema della casa dell’Hermitage, nell’ambito del movimento Champagnat Global. In questo incontro online (occorre però registrarsi in tempo!) verrà approfondito non tanto la storia della casa, quanto il significato che sta assumendo per tutti noi, dopo il saluto del sup. Generale, Ernesto, il fr. Ben Consigli, consigliere generale, parlerà delle difficoltà e delle sfide di Champagnat nella costruzione dell’Hermitage e metterà in evidenza i valori che hanno plasmato lo stile marista fin dall’inizio.

Il webinar si svolgerà il 3 giugno e per venire incontro alle tante richieste della famiglia marista, si svolgerà con due orari, il primo alle 9 del mattino e il seguente alle 16 del pomeriggio, ricordiamo che è necessario regístrarsi per poter partecipare. Tutte le informazioni sul sito ufficiale.

Per concludere, ho raccolto in questo album alcune foto dell’Hermitage di questi ultimi… 20 anni.

Con i ragazzi, per il Giubileo

Con i ragazzi, per il Giubileo

Il Giubileo degli Adolescenti era stato preparato con cura e passione per accogliere a Roma il variegato panorama dei ragazzi di tutte le diocesi. Il clou dell’evento doveva celebrarsi il 27 aprile, con la canonizzazione di Caro Acutis, giovane anche lui e testimone del come si possa essere fedeli al vangelo e vivere in pienezza e freschezza gli anni della propria adolescenza. Poi gli eventi del dopo Pasqua, la morte di papa Francesco, il cambio di programma, il funerale aperto al mondo, giorni memorabili che hanno cambiato la storia. Dalla scuola marista di Genova raccogliamo la testimonianza di questo piccolo gruppo di partecipanti all’evento, accompagnati da fr. Antonio; anzi, cediamo a lui la tastiera.

dal nostro inviato, fr. Antonio Sancamillo

Il GIUBILEO DEGLI ADOLESCENTI
esperienza dello Champagnat di Genova

Tutto è nato da un input: A Roma c’è il Giubileo degli adolescenti, i nostri ragazzi fra 25 anni avranno dai 37 e i 40 anni. Perché non invitarli ad una esperienza di Chiesa e di giovinezza incipiente che la storia ci sta mettendo di fronte?
Ecco allora la richiesta: chi vuole partecipare al Giubileo? Meta Roma, tra il 25 ed il 27 aprile. Siamo agli ultimi giorni possibili per inserirci nel circuito ecclesiale.
Partono le circolari… Subito si avverte un clima di entusiasmo normale, nemmeno troppo vivace… le prenotazioni possibili sembrano una dozzina, iscrizioni effettive: quattro.

Partiamo lo stesso.
Partenza alle 7.20 da Genova, arrivo alle 13.10 al San Leone Magno di Roma. La Comunità ci sta aspettando. Pranzo, sistemazione … ed inizia il trotterellare per Roma.
Prima meta prevista, San Pietro e Paolo all’EUR, Via Lucis. Noi facciamo una breve deviazione: Casa Generalizia dei Fratelli Maristi.

E qui viviamo il primo momento del nostro pellegrinaggio, la cappella della Buona Madre. Una visita veloce, un saluto alla Buona Madre e via, verso la scalinata di San Pietro e Paolo.
Qui il primo grande incontro con le migliaia di coetanei alla ricerca di un gradino per sedersi e con il tentativo faticoso di raggiungere il piazzale. Dopo un’ora di riflessioni a mala pena percepite per l’impianto audio inadeguato si riprende la strada per il rientro, cercando un luogo dove cenare.
Si avverte subito che Roma è invasa da ragazzi. Inizia il grande fiume dei giovani, fiume in piena ma tranquillo, pieno di entusiasmo che si snoda, si divide, si ritrova.
Prevalgono le magliette verdi, ma sono anche migliaia e migliaia cappelli scouts alla Baden Powell. E sarà così, tutto, per tre giorni sempre più intensi.

Dall’EUR al Colosseo, spettacolo che tiene inchiodati occhi di adolescenti che ne avevano sentito parlare solo studiando storia. Ma non è facile sfamare migliaia di bocche affamate in fila davanti ad una trattoria presa d’assalto… a noi non resta che rimetterci nelle mani di fr. Claudio: cena luculliana al SLM.
La giornata finisce con la consegna di dove ripartire il giorno dopo alle 5.30, e all’invito di alzarsi alle 5.00. Pur essendo una prerogativa genovese, nessuno ha mugugnato.

È notte ancora e si esce di casa… La metro è già stracolma, non cadrebbe in terra neanche un centesimo. Due ore di calca per entrare in via della Conciliazione ed infine ecco la grande piazza che si sta affollando per vivere la liturgia funebre di Papa Francesco.
Non è una liturgia per adolescenti, la piazza è riempita ed affollata dal mondo intero. Il caldo fa la sua parte, ma gli occhi non possono non registrare l’immensa presenza di affetto e le orecchie non registrare la solennità dei canti liturgici.
La mattina si chiude e di nuovo file e file di gente e di ragazzi che riprendono il cammino.

Al pomeriggio ci attende la grande basilica di S. Paolo fuori le mura. È il momento del nostro Giubileo. Varchiamo la porta ognuno con il suo bagaglio di interiorità che ci porta oltre noi stessi. Momento di riflessione, contemplazione, interiorità personale e di nuovo dentro il fluente e lento fiume di ragazzi concatenati gli uni dietro gli altri. Trenini di cui non si vede né l’inizio, tantomeno la fine. E’ difficile ma nello stesso tempo rispettosi di non interrompere la catena… si aspetta un varco.

Ultimo giorno, è il nostro giorno, siamo “quasi” solo adolescenti… si parla di 150.000. Stesso percorso e stessa fatica per arrivare in Piazza S. Pietro, questa volta con il piacere di poter passare quattro ore con una sedia a disposizione. Arriviamo che la piazza è semivuota, ma nel giro di un’ora non c’è più spazio per far posto ad un’altra testa all’interno delle migliaia che formano il puzzle di vite adolescenziali arrivati dai cinque continenti.
Il resto è tutto da immaginare, messa in latino cantata in gregoriano, forse non il massimo per poter partecipare, ma il bello è nell’ascoltarla.
Tempo di pranzare, andare a raccogliere zaini e valigette e di nuovo via verso la stazione Termini dove un treno super affollato di ragazzi e di scouts ci riporta a Genova.

Esperienza bella, forte, emozionante, fatta di camminare, camminare, camminare dietro frotte di ragazzi, e file interminabili di scouts che trotterellano per le vie di Roma.
Cosa portiamo a casa? poco di Roma… qualche fotografia: facciata di San Pietro, Colosseo, Fori Imperiali, Campidoglio, San Paolo fuori le mura… ma tanta emozione nutrita di entusiasmo, di canti, di stanchezza, sprigionata dai volti e dai piedi di decine e decine di migliaia di ragazzi, pieni di vita e di futuro.
Papa Francesco sarebbe stato entusiasta di tanta giovinezza straripante di futuro.
Ragazzi alla ricerca istintiva di chi li aiuti a varcare porte.
Forse non molto consapevoli della portata dell’evento, ma adesso possono dire nella stanchezza:
“Sono contento di esserci stato”. “Io c’ero”.

Ecco l’album fotografico di questo Giubileo degli Adolescenti dei nostri amici di Genova

Arrivederci, papa Francesco

Arrivederci, papa Francesco

Siamo rimasti tutti scossi dagli eventi di questi giorni; dopo esserci rincuorati un po’ per le migliorate condizioni di papa Francesco che solo una settimana fa ha incontrato ancora la sua gente in piazza san Pietro, per quello che è stato il suo ultimo giro sulla papamobile, oggi siamo tutti raccolti, chi in piazza, direttamente, chi attraverso i media, chi con il cuore, per l’ultimo gesto di commiato al papa: il suo funerale.

Nella settimana precedente la Pasqua eravamo prenotati in molti per l’udienza del mercoledì 9 aprile, stabilita con largo anticipo, ansiosi di poterlo incontrare ed ascoltare, ma per la convalescenza l’incontro era ovviamente stato cancellato: ci siamo accontentati così dei suoi “luoghi”, la basilica di s.Pietro e la foto di rito a pochi passi dalla casa Santa Marta, che è proprio davanti agli occhi della statua di s. Marcellino… e poi la visita ai palazzi pontifici di Castelgandolfo. Palazzi dove però papa Francesco non ha mai soggiornato, nemmeno per una notte. Ma dove ha operato perchè i giardini venissero inseriti in un’opera dedicata alla sua enciclica Laudato sii.

Proprio in queste stanze abbiamo incontrato uno dei ritratti più significativi di questo papa che i Cardinali erano andati a pescare “dalla fine del mondo”. Un quadro che lo rappresenta in modo semplice, naturale, nonostante la posa un po’ ieratica, e con il dettaglio sorprendente delle sue famose scarpe nere, del tutto irrituali per un papa, così semplici e consumate, scarpe di chi ha viaggiato verso le periferie di questa nostra epoca.

Come abbiamo già espresso sui social network, a lettere maiuscole, ripetiamo il nostro GRAZIE, FRANCESCO: Per essere stato un esempio che amore è sinonimo di servizio. Per aver aperto la Chiesa a tutti, tutti, tutti. Perché per papa Francesco gli ultimi sono sempre stati i primi. Per ricordarci che la tenerezza è il linguaggio più forte. Per quel profumo di pecora del gregge. Per averci invitato ad essere costruttori di ponti, non di muri. Per averci incoraggiato a realizzare i nostri sogni.

Il corpo di Papa Francesco è stato traslato nella Basilica di San Pietro, dove migliaia di fedeli sono venuti a rendergli omaggio. I suoi funerali si sono svolti sabato scorso, 26 aprile, in Piazza San Pietro e, esaudito il suo desiderio, è stato sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, a testimonianza della sua umiltà e devozione mariana.

Ancora una volta, come Maristi della Mediterranea, rendiamo grazie per la sua vita e la sua testimonianza, ricordando alcune delle parole che ha dedicato alla nostra istituzione: “Ringrazio il Signore e Maria, la nostra Buona Madre, come amava chiamarla San Marcellino, per la vostra presenza nella Chiesa e per il vostro servizio, e chiedo per voi il dono dello Spirito Santo affinché, guidati dallo Spirito di Dio, possiate portare ai bambini e ai giovani, come pure a tutti coloro che sono nel bisogno, la vicinanza e la tenerezza di Dio”.

La sua eredità ci ispira a continuare a lavorare per una Chiesa più vicina, più inclusiva e impegnata con i più vulnerabili. La sua luce continui a guidare il nostro cammino e quello dell’intera comunità marista.

Dopo le emozioni di questi giorni, ci piace ritornare sulle sue parole e sui messaggi che ha lasciato per noi e per tutta la “sua gente” – tutto raccolto con ordine in queste pagine ufficiali.