Sfogliato da
Categoria: fms

Arrivederci, fr. Giuseppe

Arrivederci, fr. Giuseppe

Fr. Giuseppe Banaudi ha compiuto 101 anni alla fine di luglio, lo scorso anno abbiamo festeggiato insieme alla sua grande famiglia e a tutti i fratelli maristi delle comunitá della Provincia Mediterranea il traguardo dei suoi 100 anni, insieme al confratello e amico Martino.

Ma lui stesso ci ricordava che ogni giorno che trascorreva era un passo verso l’appuntamento finale, verso quella casa del Padre che aspettava di raggiungere da tempo, un po’ impaziente come era nel suo carattere.

A fine agosto le sue condizioni si erano aggravate, anche a seguito di una caduta e da quel momento, pur recuperando una discreta luciditá, il suo fisico non si é piú ripreso.

Oggi, nella mattinata del 23 settembre, è tornato al Padre. Come sempre ha fatto nella sua vita, sicuramente ci stará giá preparando un posto e si stará dando da fare, libero ormai dagli acciacchi e dai limiti che le tante primavere avevano ormai accumulato.

Nell’attesa di ricordare la sua lunga vita, la sua passione, il suo essere semplicemente marista e il suo impegno, in particolare verso gli ultimi, che si è concretizzato nel sogno e nella realtà,della Famiglia Marista di Cesano Maderno che per tanti aspetti ha segnato un’epoca e favorito la collaborazione e la condivisione con i laici, informiamo che i funerali si svolgeranno nella chiesa di Borgo Salsasio mercoledì 25 settembre, alle ore 10:30.

Il messaggio con l’annuncio della morte di fr. Giuseppe

Nella celebrazione del funerale, svoltasi in parrocchia, invece della solita “biografia” per ricordare il lungo percorso umano e religioso di fr. Giuseppe, è stata utilizzata una originale preghiera dei fedeli, che inizia in questo modo:

A 13 anni Giuseppe lascia il suo paesello natale per recarsi nel seminario marista di Mondovì e lì intuisce che il Signore ha un grande progetto d’amore su di lui. Ascolta Gesù, accetta la sua proposta e sceglie di diventare un seminatore del Vangelo tra i giovani. Terminata la sua formazione, nell’agosto del 1946, si impegna per tutta la vita a vivere i voti di castità, povertà e obbedienza nell’Istituto dei Fratelli Maristi.

Signore, anche in ognuno di noi hai messo questa sete di infinito. Non permettere che viviamo a metà, donaci il coraggio di realizzare con l’impegno di ogni giorno, il capolavoro che tu hai progettato per ognuno di noi. Donaci la capacità di sognare e di sognare in grande. Per questo ti diciamo: NELLE PROVE DELLA VITA RAVVIVA IL NOSTRO ENTUSIASMO

Anche fr. Franco Faggin, che fino a poche settimane fa era il superiore della Comunità di Carmagnola e che ha vissuto con fr. Giuseppe per diversi anni a Cesano Maderno, ci ha regalato la sua testimonianza sull’impegno di quei tempi, che ha visto nascere il gruppo della Famiglia Marista Champagnat.

Di lui ricordo l’attaccamento al lavoro che i superiori gli affidavano, sia nel campo scolastico, sia nelle altre attività della vita. Quando il Superiore Generale ha spinto l’Istituto verso i poveri, Giuseppe si è prontamente attivato con i genitori dei suoi alunni e con quelli della scuola, che già riuniva settimanalmente per un incontro di preghiera. Da quel momento il gruppetto di pionieri si è chiamato “Gruppo Champagnat” e più tardi “Gruppo Champagnat della famiglia marista”.

Puoi leggere tutta la Preghiera dei fedeli e il Ricordo di fr. Franco in questo documento

E ci sembra bello ricordare alcuni momenti della vita di fr. Giuseppe con questa carrellata di foto

Le nostre Afriche…

Le nostre Afriche…

Nel mese di luglio fr. Roberto Moraglia e Mimmo Vitiello, entrambi di Giugliano, hanno vissuto un’esperienza speciale, una sorta di apripista per una futura attività in Camerun. In collaborazione con la fondazione Siamo Mediterraneo si sta infatti pensando ad un progetto che “consenta di vivere un’esperienza nel sud del Camerun dove i Maristi hanno avviato una nuova scuola bilingue di francese ed inglese. I volontari potranno offrire non solo un prezioso contributo alle attività della scuola, ma supporteranno i responsabili nella programmazione di un futuro progetto di solidarietà e cooperazione attraverso gemellaggi tra le classi delle scuole mariste italiane e l’Istituto camerunense.”

Lasciamo allora la parola a fr. Roberto, appena tornato da questa esperienza nel Camerun.

Tutto nasce agli inizi della Provincia Mediterranea, a inizio secolo, diciamo, quando si sono comprati dei terreni vicino alle capitali degli Stati in cui i Maristi erano presenti, o vicino a città importanti.

Così in Camerun, a pochi km da Douala, la capitale commerciale del paese, si è provveduto ad acquistare un terreno di circa 20 ettari. La città di Douala è a pochi km ma per raggiungerla ci vuole circa 45 minuti di macchina a causa delle strade in cattive condizioni e soprattutto per il traffico, sempre congestionato da macchine e da moto taxi.

A causa della grave crisi politica nel paese (una guerriglia estesa a molti territori anglofoni della zona) che sconvolge la nazione da diversi anni, si è deciso di costruire a Babenga una scuola bilingue per permettere l’accesso all’istruzione ai giovani del territorio ma soprattutto ai tanti bambini e ragazzi figli di famiglie che hanno preferito scappare dai territori anglofoni sconvolti dalla guerriglia.

Da pochi anni hanno ripreso a funzionare le scuole situate nei territori interessate dalla guerriglia, ma se si pensa che prima della guerra c’erano oltre 1200 alunni e adesso a malapena si sfiorano i 200, è evidente che la gente ha ancora paura, inoltre poche famiglie possono permettersi di pagare la sia pur esigua retta. necessaria per la gestione (inutile pensare che ci siano contributi statali).
In quel territorio, tra l’altro, funzionano solo le scuole religiose mentre i guerriglieri impediscono l’apertura delle scuole statali.

La commissione di solidarietà della Provincia marista ha deciso di affidare all’Italia uno Stato della Marist province of West Africa per organizzare un campo di volontariato e la scelta è caduta proprio sulla scuola di Babenga. Si tratta di una prima esperienza in assoluto, sia per noi che per loro.

Purtroppo questo primo anno non è stato possibile formare un gruppo di volontari ma con Mimmo abbiamo deciso comunque di partire per conoscere a fondo la realtà e valutare come organizzare per il futuro un campo di volontari.

Siamo davvero contenti della scelta che ci ha dato l’opportunità di conoscere un mondo bello e attraente anche se molto diverso dal nostro. E’ stato bello scoprire la gioia e l’affetto dei bambini, la loro semplicità e la capacità di vivere con poco e donando tanto affetto.
Sono stato contento di conoscere la presenza marista in questo continente e la situazione caotica di un mondo completamente diverso dal nostro ma allo stesso tempo affascinante. Ho sempre avuto una certa resistenza ad andare in Africa e le tante altre opportunità hanno preso il sopravvento.
Ora che ho compiuto questo primo passo e superata una certa resistenza, sono davvero contento perché come per magia (il fascino dell’Africa?) mi sono sentito attratto da questo mondo e quasi mi dispiace di non esserci venuto prima.

Dopo questa bella esperienza si passa alla parte pratica e ovviamente mi auguro di poter organizzare per il futuro un campo di volontari che possano lavorare con i bambini durante l’estate. Se a qualcuno l’idea può interessare, iniziamo a pensarci.

Si parte con l’idea di dare qualcosa e ti rendi conto che ricevi sempre di più di quello che dai.

Partire per rimanere

Partire per rimanere

L’evento che abbiamo vissuto in molti a Cesano Maderno, il 2 giugno, in occasione del saluto della comunità marista alla cittadina, è difficile da definire. Può sembrare un addio rassegnato, un commiato senza funerale… ma dobbiamo vederlo soprattutto come una tappa di vita che procede. Quando la realtà marista ha spiegato che a chiudere era solo la comunità, è stato bello ricordare le tante cose che invece restano e proseguono: la scuola media di via San Carlo con tutti i suoi docenti, il Centro Diurno dell’Albero con i suoi tanti bambini, il centro di distribuzione alimenti del fresco, in via delle Rose… non sembra proprio una partenza sconsolata…

Una congregazione religiosa per operare su un territorio deve necessariamente essere in sintonia con la diocesi, i maristi erano stati addirittura chiamati dal don Meani, nel ’66 e la collaborazione con le parrocchie è sempre stata una delle chiavi operative. Nel semplice discorso di saluto che fr. Damiano, il viceprovinciale dei maristi ha rivolto alla fine della messa di domenica, questi elementi di reciproco arricchimento sono stati ben evidenziati. Si opera insieme, come chiesa e il servizio è stato alla base della nostra presenza. Anche il ringraziamento del sindaco, Gianpiero Bocca, ha evidenziato l’affetto che accompagna questo processo.

Erano numerosi i fratelli maristi nella navata della grande chiesa di s. Stefano, Franco Faggin, Zeno, Giorgio, Roberto, Massimo… e tante anche le presenze di amici, docenti, alunni, ex-alunni per condividere insieme questo grazie. Una presenza speciale, ovviamente, era quella di fr. Claudio Santambrogio, fratello marista nato proprio a Cesano (ironia della sorte, a pochi passi di distanza dalla casa della comunità di via D. Chiesa) che ha vissuto in prima persona tutta la traiettoria della presenza marista in questo angolo di Brianza.

La celebrazione si è poi trasferita negli spazi della scuola, per un buffet organizzato dalla Famiglia Marista, il gruppo di volontari nati dalla intraprendenza di fr. Giuseppe (che salvo impegni si sta preparando a celebrare i suoi primi 101 anni, a Carmagnola), da sempre impegnati nel sociale. Molto apprezzata poi la mostra fotografica (grazie Marina, Elena e Dimitri!) che ha ripercorso in particolare gli ultimi 20 anni della comunità, ricordando la presenza di ciascuno, con il nome, tante foto e una pennellata affettuosa di memorie riconoscenti. Tanti gli alunni ed ex-alunni che si riscoprivano protagonisti e presenti nelle immagini; con la possibilità spesso di dialogare con i personaggi reali di queste memorie.

A conclusione del saluto il gruppo dei fratelli maristi si è ritrovato per condividere insieme il pranzo ed è sempre bello scoprire che anche nel personale della cucina si ritrovano vecchie conoscenze.

Aver seminato il carisma marista per quasi 60 anni significa poter vedere già oggi molti di quei germogli diventare realtà; era il sogno stesso di san Marcellino che proprio il 6 giugno viene festeggiato e ricordato in tutte le scuole mariste, oggi diffuse in 80 paesi del mondo e con una platea di oltre 600 mila alunni, ma non solo scuole, perché oggi l’educazione prevede altri scenari, spesso inediti. Anche in questo campo Cesano è stato un banco di prova, perché la Famiglia Marista è stato il pioniere tra i gruppi di laici e il centro Diurno l’apripista dei nostri centri sociali in Italia. In questo metaforico trasloco si raccoglie una preziosa eredità.

Abbiamo preparato un album fotografico con le immagini di questa giornata
e ci piace menzionare anche gli interventi che sono apparsi sulla stampa locale,
in questa piccola rassegna stampa.

Arrivederci, fr. Gabriele

Arrivederci, fr. Gabriele

Dopo una brutta caduta e un breve periodo in ospedale, fr. Gabriele Andreucci è tornato alla casa del padre nella mattina del 14 marzo, nel pieno dei suoi 90 anni, 73 dei quali vissuti come fratello marista. Nella casa marista di Carmagnola, dove risiede la comunità dei fratelli anziani, la sua figura, ormai classica e abituale (dopo quasi un quarto di secolo), la sua conduzione delle preghiere, sempre arricchite da canti e preparata con cura, il suo incedere ormai lento e curvo, la sua veste scura, da quando la tonaca era diventata difficile da vestire, rimarranno a lungo una presenza significativa. L’ultimo saluto a fr. Gabriele verrà dato con il funerale, che si svolgerà sabato 16 marzo, alle 10, nella chiesa dei Fratelli Maristi (Via Gruassa,

Per molti di noi fr. Gabriele è stato soprattutto il postulatore generale che ha completato il lungo e difficile iter della canonizzazione di san Marcellino. Grazie alla sua metodica precisione e chiarezza, al suo destreggiarsi tra documenti, positio e altre necessarie incombenze relative alle cause dei santi, si è arrivati finalmente a concludere il lungo percorso, praticamente arenato dopo la beatificazione del 1955. Molti di noi ricordano ancora quel 18 aprile del 1999 quando in Piazza S. Pietro l’allora papa, Giovanni Paolo II, ha proclamato santo il nostro fondatore, Marcellino Champagnat.

Ci piace riproporre l’inizio di una intervista di quei tempi, quando poteva essere legittimo se non un pizzico di orgoglio almeno la consapevolezza di aver concluso un grande e difficile impegno, ma per fr. Gabriele quel traguardo non era certo una onorificenza da sbandierare nel proprio palmarès.

Alla domanda del giornalista se quello della canonizzazione fosse stato l’evento “più importante della sua vita“, fr. Gabriele rispose nel suo tipico modo, un po’ spiazzante:
“Il lavoro più importante della mia vita è stato quello di seguire Gesù sulle orme di Marcellino. Il processo era praticamente fermo, ma ho sentito la voce del Signore che mi chiedeva di continuare, e ho presentato la positio sapendo che il riconoscimento del miracolo in questione era difficile; ma non ci si può perdere d’animo di fronte alle avversità.

Ciò che conta ora è che Marcellino è stato dichiarato santo il 18 aprile. Il lavoro è stato proficuo e la gioia che provano coloro che hanno collaborato al processo vale tutte le nostre fatiche.

Ma ricordiamo fr. Gabriele non solo per questo impegno speciale; nella sua lunga esperienza di fratello marista è stato a lungo incaricato di dirigere la Provincia marista italiana, come Provinciale (dal 1978 al 1987), per poi continuare il suo servizio a tutto l’intero istituto, presso la casa Generalizia, dal 1990 al 2000 in veste (è proprio il caso di ricordare qui il suo coerente attaccamento alla veste talare) di Postulatore Generale. Si è poi prodigato a lungo, senza risparmiarsi, per i fratelli anziani, nella comunità di Carmagnola che lo ha visto come superiore e poi come semplice confratello, quando le forze hanno cominciato a venir meno.

Per tanti di noi maristi rimane ancora prevalente e immediata la riconoscenza per quando era il nostro “maestro” dei novizi, in un periodo della storia ecclesiale certamente entusiasmante e complesso, agli inizi degli anni ’70. La sua figura austera ed esigente, unita però ad una umanità concreta ed equilibrata, ha lasciato il segno nella formazione di diversi fratelli. La sua partecipazione al Capitolo Generale del 1975 lo ha visto particolarmente impegnato nella revisione delle Costituzioni, che conosceva a menadito, in quanto erano il “pane quotidiano” dei suoi interventi e lezioni con i vari gruppi di novizi a Velletri. Dopo questa sua fase, il noviziato è traslocato definitivamente in Spagna.

La sua formazione, classica e filosofica, non si è tirata indietro quando i tempi hanno cominciato a correre freneticamente; attento alle necessità comunicative, era di frequente impegnato nello scrivere e preparare il foglio informativo della Provincia, ha dovuto poi “svecchiare” il suo curriculum formativo in occasione dei corsi abilitanti rientrando in stretto contatto con il mondo della scuola e dell’insegnamento pubblico, tutti elementi necessari per guidare con senso della prospettiva la provincia marista, in quell’epoca in forte espansione e crescita.

Ecco il testo in memoriam preparato dal fr. Franco Faggin, letto al termine della funzione funebre.

Ci piace infine ricordarlo con alcune immagini raccolte negli anni, nonostante la sua abituale ritrosia.

Una leadership al servizio di…

Una leadership al servizio di…

Si può guardare al futuro con preoccupazione e anche con un pizzico di angoscia: se il futuro delle opere mariste, scuole e centri sociali, dipendesse solo dai fratelli, i calcoli sono presto fatti: nel giro di pochi anni sarà un problema davvero critico trovare chi possa continuare queste opere, almeno nelle nostre zone europee. Ma possiamo anche ribaltare la situazione. Sono ormai tanti i laici appassionati che partecipano a questa avventura e l’ipotesi di accompagnare e passare il testimone a qualcuno non è semplicemente un evento inevitabile, ma lo scenario di una scelta ben precisa.

E’ in quest’ottica che da tempo ci stiamo muovendo e non semplicemente a chiacchiere. In questi giorni si è appena concluso il secondo momento forte di formazione per un consistente gruppo di laici maristi, profondamente impegnati nelle diverse opere. Il primo incontro si è svolto a Madrid, nel mese di novembre 2023, la seconda tappa ha visto il gruppo, compatto e impegnato, condividere alcuni giorni a Roma, ospitati nella casa generalizia dei Fratelli Maristi, all’EUR. Una tappa serrata, dal giovedì al sabato mattina, con momenti intensi di formazione e di condivisione.

Un gruppo formato da 6 italiani (uno per ogni realtà scolastica marista, da Giugliano a Cesano) e una ventina di spagnoli (in questo gruppo erano presenti anche alcuni laici impegnati nei centri sociali della Provincia Mediterranea) che ha seguito con stoica attenzione i vari relatori che si sono avvicendati. Il primo giorno affrontando i contenuti che già erano stati proposti a livello globale ad altri animatori del mondo marista (grazie alle presentazioni di Antonio Paredes e Giuliano Panico), poi il venerdì con l’intervento profondo e stimolante di Xavier Marcet, conferenziere esperto e molto noto nel panorama spagnolo; nel pomeriggio l’intervento di Rosa Ciccarelli sul tema del progetto di vita personale e la conclusione di sabato mattina, affidata al teologo e giornalista Francesc Torralba che ha presentato in modo chiaramente mirabile il suo punto di vista sulla interiorità “abitata”, delineando un itinerario valoriale che partiva da Teresa d’Avila a Edtih Stein, senza trascurare nulla della attuale modernità.

Che dire, tanta carne al fuoco e tanta voglia di approfondire; il gruppo si è poi lasciato coinvolgere in modo molto personale e profondo dall’ambiente in cui si è svolto il corso. La casa generalizia da sola è una didascalia evidente del carisma marista; dalla prima visita della casa, guidata dal fr. Patrick, nel suo esotico gergo linguistico che spaziava dalla Pensylvania a Trastevere fino all’esplorazione degli archivi (vedere per la prima volta le lettere di san Marcellino, proprio davanti ai tuoi occhi, lascia il segno!). Senza dimenticare l’8 marzo e il contributo impagabile delle tante donne presenti (12, per la cronaca). Per non parlare poi di Roma che merita sempre e comunque un’uscita curiosa e coinvolgente…

Il gruppo si è lasciato nel pomeriggio del sabato, sapendo di poter contare su un’agenda ben distribuita nel tempo, con appuntamenti di contenuto (webinar) e materiali da visionare, fino al prossimo momento insieme, che si svolgerà nel prossimo anno, proprio nel luogo di nascita dell’avventura marista. Appuntamento all’Hermitage per il marzo 2025!

Intanto ecco un album con alcune foto di questi giorni – corso leadership – marzo 2024

Nel complicato medio oriente

Nel complicato medio oriente

Gli eventi che continuiamo a vedere ogni giorno da quel tragico 7 ottobre ’23 nel tormentato scenario della terra sacra alle 3 grandi religioni non solo ci angosciano, ma ci ricordano anche gli stretti contatti con persone, realtà, progetti che in quei territori si cerca di portare avanti, nonostante la fatica e le difficoltà.

Pensiamo al Progetto Fratelli che si trova nel sud del Libano, a poche decine di km dalla frontiera con Israele, luogo già tormentato e bersaglio di lanci di missili; qui il progetto è tutto dedicato alla cura e alla formazione dei tanti sfollati dalla vicina Siria e i timori crescono con il perdurare delle ostilità; ma pensiamo anche alla realtà di Beirut, con la sua miscela esplosiva di culture lingue e sensibilità; la grande scuola marista ha già dovuto affrontare la pesante crisi economica cittadina e nazionale dopo l’esplosione del porto, che ha aggiunto tragedia alla disperazione di un popolo già sofferente.

Ma il pensiero più urgente non può non andare ai nostri fratelli di Aleppo. Forse ci siamo meravigliati che il suo aeroporto sia stato colpito dai missili di Israele, ma sappiamo bene che l’equilibrio che mantiene un certo status-quo è davvero fragile. Eppure è proprio qui che i Maristi Blu continuano la loro presenza e ci spronano a superare quelli che sono i nostri piccoli problemi.

In questi giorni è appena arrivata la nuova “Lettera da Aleppo”, subito tradotta dagli amici del sito Ora Pro Siria e vi invitiamo a leggerla per capire come sia importante la loro presenza e quanto possa essere utile anche a noi fare nostre queste motivazioni profonde. Perché vale la pena non arrendersi al male e continuare ad accendere una luce.

Lettera da Aleppo n. 47 – 22 ottobre 2023

E anche il nostro provinciale, fr. Aureliano, ci invita a vivere questi momenti con attenzione e impegno, è appena giunta una sua lettera accorata che ci invita a non rimanere passivi, a non chiuderci nel silenzio. Per questa occasione oltre alle versioni in spagnolo, italiano e francese, la lettera ci arriva anche in arabo e non si tratta di un capriccio dettato dal momento; se pensiamo alle realtà in cui ora siamo immersi sono davvero tanti i nostri amici e collaboratori che si esprimono in questa lingua (dalla Siria al Libano, ma anche dalla Sicilia al sud della Spagna).