Siracusa News #39

CIAO a tutti

Ogni bambino meriterebbe di avere la propria fiaba. Quella ascoltata ogni sera al calduccio nel proprio letto, con il naso sotto le coperte. Forse la conosce a memoria, ma gli piace risentirla ancora una volta; quella che non smette mai di stupirlo, che non lo stanca mai; quella che lo fa addormentare con il sorriso sulle labbra.
Ogni bambino la meriterebbe una storia così, per dormire sereno, per aiutarlo a sognare, per non dimenticare di farlo. Sognare a colori, come solo chi è felice sa fare, come solo chi vive la sua fiaba può fare. Con i principi azzurri, i castelli incantati e le principesse indifese da salvare. Con un lieto fine. Sempre.
Ma anche ogni adulto meriterebbe di raccontare la propria fiaba. Quella a cui ci tiene di più perché gli ricorda una meta raggiunta con fatica; un traguardo superato dopo tanti sforzi… quel racconto che gli piacerebbe tramandare ai propri figli o addirittura ai propri nipoti.
Ogni adulto lo meriterebbe, per riscoprire i propri valori, i propri legami, per ritrovare un ricordo importante tra le pagine sgualcite di un vecchio e consunto libro. Per dimostrare che i mostri ci sono, che gli orchi, i draghi e i lupi li incontreremo ovunque, ma che si possono sconfiggere.
Questa è la favola della vita reale.

Ormai siamo giunti a settembre e ci prepariamo ad affrontare un nuovo anno pastorale e la nostra tensione è orientata verso il futuro, ma è anche spontaneo girarsi indietro per guardare ciò che abbiamo fatto. E vi dobbiamo dire che di “fiabe” carine ne avremo tante da raccontare, ma non sono favole, sono storie di vita che si stanno costruendo alla velocità di 60 minuti l’ora.
Siamo nel 2017 il tempo in cui la gente che fugge dall’Africa, dopo una permanenza sempre troppo lunga in Libia, riesce a sbarcare ad Augusta. Ha lasciato dietro le spalle la famiglia, gli amici, la lingua, la religione, le tradizioni… Augusta diventa un miraggio e sbarcare in Italia significa realizzare tante speranze coltivate per anni, tanti sogni, anche se campati in aria.
E poi la realtà, quella concreta: dov’è la bontà del tanto declamato cibo italiano? Come faccio a parlare con la gente, ad avere amici quando l’unica lingua che conosco è il mandinga? Vorrei fare qualche piccolo lavoretto per guadagnare un po’ di spiccioli da mandare a casa, ma tutti mi chiedono i documenti, come faccio ad averli? E le domande diventano una litania interminabile…
Ed è a questo punto che si innesta la nostra presenza marista. Andare a Casa Freedom regolarmente, diventare amici di questi “minorenni”, avviarli all’apprendimento della bella ma complicata lingua italiana, fare qualche uscita con loro, incoraggiarli nelle difficoltà, combattere il pessimismo quando la tartaruga burocratica italiana rimanda sine die la consegna dei permessi di soggiorno…
E così, giorno dopo giorno, un passo dopo l’altro, qualcosa si muove (siamo quasi al fatidico “Eppur si muove” dove il movimento lo percepiva solo Galileo!), al buio della notte fonda subentra un tenue bagliore. Si esce da Casa Freedom e si riesce a scambiare qualche parola con la gente, qualcuno ti propone di fare un piccolo lavoretto, anche se sottopagato, la squadra del paese ti invita a giocare a calcio…
Anche noi ci siamo inseriti sempre di più nel territorio, conosciamo meglio la realtà (quando siamo arrivati nel 2016 immaginatevi che conoscenza potevano avere del territorio un australiano, un brasiliano, un cileno e un polentone del nord) e stretto relazioni e amicizie che abbiamo sfruttato per il bene di questi ragazzi.
Nei momenti difficili siamo venuti loro incontro con soluzioni di cui oggi ci vantiamo: i due appartamenti che abbiamo affittato per ospitare 8 ragazzi, hanno permesso loro di non entrare nel giro della clandestinità e i tirocini formativi a cui siamo riusciti ad iscriverli assicurano loro un lavoro rimunerato durante sei mesi e la quasi certezza di essere assunti in seguito…
Lo sappiamo che non è così che si risolve il problema dell’immigrazione, ma pensiamo che si risolva anche in questo modo. Sappiamo che non riusciremo a raggiungere numeri astronomici, ma cerchiamo “di farci tutto a tutti pur di salvarne qualcuno”. E, come diceva Marcellino, cerchiamo di fare il bene senza fare troppo chiasso.

“E vissero felici e contenti” credo sia un ottimo modo per concludere ogni storia, non solo una fiaba. E le storie che vi abbiamo proposto fino ad ora (con po’ di attenzione alla privacy) non sono frutto di fantasia, sono “le fiabe vere” che a noi danno ossigeno per andare avanti e ai giovani speranza per sognare un futuro migliore: “E vissero felici e contenti”, quattro semplici parole con cui spesso terminano le favole, ma che per noi aprono un nuovo capitolo di vita e che, dopo la mostra che abbiamo allestito ad Ortigia, ci piace intitolare : “Verso l’integrazione”.

Spot di fine estate

Come sapete i membri del gruppo La Valla 200> si impegnano in una missione specifica indicata dal Superiore generale per un periodo di due o tre anni. Per questo che a Siracusa c’è aria di cambiamenti. Il primo a partire è Onorino. I Superiori gli hanno chiesto di continuare a svolgere il suo apostolato a Giugliano (Napoli) e partirà il 3 settembre. A chi gli ricorda l’importanza della sua presenza a Siracusa lui, che ha vissuto tanti anni a Roma, ricorda il lutto per la morte di Giovanni Paolo II e otto giorni dopo la gioia per l’elezione del nuovo Papa. Marcellino ci diceva che le persone sono importanti, ma ci ricordava che chi conduce la storia è Dio! E poi con la partenza di Ono la comunità ringiovanisce drasticamente: la media di età passerà da 43 a 37,2 anni. Auguri a chi resta e a chi parte!

Ringraziamenti

Vorremmo terminare ringraziando un gruppo di genitori del SLM che ci hanno inviato la loro offerta con la quale pagheremo parte dell’affitto degli appartamenti che abbiamo affittato per i giovani. Ma non vogliamo dimenticare i ragazzi di terza media del SLM che hanno voluto copiare il gesto di solidarietà dei loro genitori. Un grazie da parte nostra e dei ragazzi.

A tutti un saluto affettuoso.

Gabriel, Ono, Nina, Mario, Ricky e Rosa

Per donazioni: Intesa Sanpaolo – FONDAZIONE ITALIANA DI SOLIDARIETÀ MARISTA CHAMPAGNAT O.N.L.U.S.
IBAN IT70Y0306909606100000163090

Pubblicato in CIAO, Siracusa News.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *