IN RICORDO DI PAPA FRANCESCO Una bella sorpresa quella che ci ha fatto fr. Onorino qualche settimana fa.
Ha voluto ringraziare il Signore per il dono di Papa Francesco alla Chiesa e al mondo presentandoci e regalandoci il suo libro “Preghiamo con Papa Francesco”.
Riprendendo alcuni scritti del Papa li ha trasformati in preghiera, in “salmi per il nostro tempo”, sulla scia del classico libro di M. Quoist. I temi sono vari ed hanno tutti origine da significativi passaggi che papa Francesco ha regalato alla Chiesa, contenuti nei suoi documenti.
Le cento pagine di cui si compone il libro offrono pertanto abbondanti spunti di preghiera.
Sì perché, ci ha spiegato Onorino, “questo non è un libro da leggere, serve per pregare e meditare”.
L’Hermitage, 5 aprile 2025. Già iniziare con questa intestazione è un regalo; aver vissuto una settimana nella culla marista dove san Marcellino ha costruito, letteralmente, la casa e la prima comunità, vale da sola un corso di formazione. E in fin dei conti di questo si trattava; la conclusione (quasi, la sorpresa non è ancora completa) del corso di leadership marista per un bel gruppo di persone di Spagna e Italia, quasi una trentina di persone. Si tratta delle persone che poco alla volta saranno sempre più coinvolte negli impegni e nelle responsabilità di continuare il sogno di Marcellino nelle scuole e nelle opere sociali della nostra provincia Mediterranea.
Parlando di numeri, in questo grande gruppo di laici eravamo presenti in 3 fratelli maristi, il fr. Antonio della comunità di Granada, uno dei formatori chiave di questa settimana, fr. Juan Pablo, responsabile delle opere sociali spagnole e fr. Giorgio, accompagnatore e traduttore per il gruppo degli italiani (che oramai lo spagnolo lo masticano abbastanza bene…); non ci vuole molto a comprendere chiaramente che il futuro della missione marista è interamente nelle mani dei laici. Ecco quindi l’impegno formativo, che si è spalmato lungo questi due anni, a partire dal primo incontro in presenza a Madrid, nel novembre del 2023, per continuare con una settimana a Roma nella primavera del 2024, il tutto abbondantemente costellato di webinar online e di impegni pratici da svolgere (ebbene sì, c’erano anche i compiti). La tappa finale ha quasi concluso il percorso formativo, ma con quell’arricchimento personale che nessun device digitale può garantire. Rimane ancora un webinar a maggio e soprattutto il “compito” finale, un’esperienza di una settimana in un contesto marista speciale.
In questi giorni all’Hermitage abbiamo avuto modo di conoscere per bene la casa, anche se molti già vi erano passati (e questo la dice lunga sulla frequentazione marista!); avevamo delle guide davvero speciali, fr. Miquel Cubeles (vuoi mettere cantare “Buena Madre” con chi questa canzone l’ha persino composta?) e il fr. Jose Molina un piccolo vulcano di passione che trasforma anche una semplice visita in emozioni (e io ricordo ancora i primi incontri con lui, nei campi di volontariato a Debrecen, Ungheria, più di 30 anni fa…). Ma basta con le parentesi…
I temi formativi di questi giorni ruotavano intorno alla gestione dei conflitti, alla comunicazione, alla spiritualità profonda, alla leadership sullo stile di Marcellino; il fr. Ben Consigli, consigliere generale, ha concluso la serie degli interventi, mentre fr. Antonio e Alfredo ci hanno accompagnati per due giorni di intenso ritiro, con abbondante silenzio, per fornire gli strumenti di una crescita personale che non può limitarsi alle conoscenze e alla professionalità.
Inoltre abbiamo percorso sentieri e strade che hanno visto camminare a suo tempo lo stesso Fondatore, la sua prima parrocchia di Lavalla, con la famosa tavola alla quale tutti ci siamo seduti con trepidazione, il sentiero, a piedi, fino alla casa dell’Hermitage; poi la casa di fr. Francesco, alle Maisonnettes, con la sua austera semplicità e finalmente il paese di Marlhes; abbiamo persino visitato la scuoletta marista, facendo un po’ lo slalom tra i bimbi e le maestre che stavano proprio uscendo da scuola.
Per finire il Rosey, la casa natale di Marcellino, con la cappella costruita in occasione della beatificazione. Qui ci siamo lasciati accompagnare dai fratelli della Comunità. Uno di loro ha preso una mela e ci ha ricordato quando, probabilmente, Marcellino ha mosso i suoi primi passi di catechista e di educatore, durante le vacanze estive dal seminario…
Sulla via del ritorno una piccola digressione per ricordare l’esperienza Montagne di San Marcellino, quell’incontro (anzi, i tanti incontri che deve aver fatto) che hanno maturato in lui la necessità di persone che si dedicassero a questa emergenza educativa che ancora oggi vediamo così diffusa nella società e nei tanti luoghi in cui i maristi si trovano.
Nella celebrazione finale, itinerante tra le zone simboliche di questa casa speciale, ciascuno ha poi ricevuto la propria “missione”, conl’indicazione del luogo dove vivere la prossima esperienza concreta di vita marista: Giugliano, Siracusa, Melilla, Bonanza, tanti luoghi speciali dove mettere in pratica quanto vissuto in questi giorni… La partenza di sabato mattina diventa così meno definitiva. E’ un arrivederci alla prossima tappa.
Come ad ogni nuovo inizio di anno scolastico le scuole mariste (e anche le diverse opere sociali), ricevono una “missione” ed un impegno che vengono racchiusi in uno slogan. Quello di quest’anno, espresso nell’immagine del bambino che passa il testimone, ci accompagnerà fino alla prossima estate e racchiude un tesoro di proposte, significati e motivazioni.
Con il motto “Conta su di me” vogliamo tornare agli inizi della tradizione marista, per mettere i bambini e i giovani non solo al centro della nostra azione educativa, ma considerarli come forza trainante. Quando l’équipe che ha sviluppato la motivazione del corso ha iniziato il suo lavoro, era consapevole che bisognava fare attenzione a definire l’obiettivo individuato con questo slogan. Il rischio principale è quello di interpretare il motto come un’accondiscendente e paternalistica consegna di responsabilità ai giovani per farli partecipare ai nostri progetti.
Niente di più sbagliato. Sviluppare questo “conta su di me” significa rendersi conto che sono loro, i bambini e i giovani, a chiederci di assumerci questa responsabilità e tutto ciò che essa comporta.
Con esigenze di apprendimento e formazione, ovviamente, ma con il desiderio di sentire che si conta su di loro, con tutte le conseguenze del caso.
Insomma, non siamo noi, i “grandi” a rassicurare gli alunni, i ragazzi e le ragazze che incontriamo ogni giorno.
Devono essere proprio loro a “svegliarci” e ricordarci che sono gli attori principali della propria vita, i protagonisti della storia e che noi possiamo, anzi, dobbiamo, contare su di loro.
Insieme allo slogan e al poster che iniziano a comparire sulle nostre classi, sul web, sui social, ci sono poi molti materiali per approfondire questo impegno, canzoni per i vari livelli scolastici, attività scandite lungo il calendario scolastico.
E questa proposta non riguarda solo le scuole mariste italiane, ma è condivisa da tutta l’Europa marista, in particolare, l’intera Spagna, la Francia, l’Irlanda, la Germania, l’Italia e il Libano-Siria, una realtà educativa che coinvolge un numero importante di alunni e famiglie; da poco è stato predisposto un sito in 3 lingue per ospitare i materiali e le risorse motivazionali che riguardano tutte queste realtà, si tratta del sito web che potete visitare all’indirizzo: www.champagnat.eu
Leggere lo slogan in tutte queste lingue è già una sfida entusiasmante, come maristi di Champagnat ci sentiamo sempre più famiglia globale che sa considerare le differenze una risorsa in più. A tutti noi, fratelli, laici, famiglie e alunni, tocca ora trasformare le parole in realtà.
E siccome in molte scuole domani inizia questa nuova avventura, che bello vedere tanti giovani docenti maristi che dedicano il loro fine settimana ad una full immersion per giungere preparati a questo appuntamento.
Proprio oggi, accolti negli spazi del San Leone Magno e accompagnati dai fratelli e dai formatori, hanno concluso il loro primo intenso appuntamento di formazione come docenti del primo anno. Auguri anche a loro.