Sfogliato da
Categoria: giovani

Con i ragazzi, per il Giubileo

Con i ragazzi, per il Giubileo

Il Giubileo degli Adolescenti era stato preparato con cura e passione per accogliere a Roma il variegato panorama dei ragazzi di tutte le diocesi. Il clou dell’evento doveva celebrarsi il 27 aprile, con la canonizzazione di Caro Acutis, giovane anche lui e testimone del come si possa essere fedeli al vangelo e vivere in pienezza e freschezza gli anni della propria adolescenza. Poi gli eventi del dopo Pasqua, la morte di papa Francesco, il cambio di programma, il funerale aperto al mondo, giorni memorabili che hanno cambiato la storia. Dalla scuola marista di Genova raccogliamo la testimonianza di questo piccolo gruppo di partecipanti all’evento, accompagnati da fr. Antonio; anzi, cediamo a lui la tastiera.

dal nostro inviato, fr. Antonio Sancamillo

Il GIUBILEO DEGLI ADOLESCENTI
esperienza dello Champagnat di Genova

Tutto è nato da un input: A Roma c’è il Giubileo degli adolescenti, i nostri ragazzi fra 25 anni avranno dai 37 e i 40 anni. Perché non invitarli ad una esperienza di Chiesa e di giovinezza incipiente che la storia ci sta mettendo di fronte?
Ecco allora la richiesta: chi vuole partecipare al Giubileo? Meta Roma, tra il 25 ed il 27 aprile. Siamo agli ultimi giorni possibili per inserirci nel circuito ecclesiale.
Partono le circolari… Subito si avverte un clima di entusiasmo normale, nemmeno troppo vivace… le prenotazioni possibili sembrano una dozzina, iscrizioni effettive: quattro.

Partiamo lo stesso.
Partenza alle 7.20 da Genova, arrivo alle 13.10 al San Leone Magno di Roma. La Comunità ci sta aspettando. Pranzo, sistemazione … ed inizia il trotterellare per Roma.
Prima meta prevista, San Pietro e Paolo all’EUR, Via Lucis. Noi facciamo una breve deviazione: Casa Generalizia dei Fratelli Maristi.

E qui viviamo il primo momento del nostro pellegrinaggio, la cappella della Buona Madre. Una visita veloce, un saluto alla Buona Madre e via, verso la scalinata di San Pietro e Paolo.
Qui il primo grande incontro con le migliaia di coetanei alla ricerca di un gradino per sedersi e con il tentativo faticoso di raggiungere il piazzale. Dopo un’ora di riflessioni a mala pena percepite per l’impianto audio inadeguato si riprende la strada per il rientro, cercando un luogo dove cenare.
Si avverte subito che Roma è invasa da ragazzi. Inizia il grande fiume dei giovani, fiume in piena ma tranquillo, pieno di entusiasmo che si snoda, si divide, si ritrova.
Prevalgono le magliette verdi, ma sono anche migliaia e migliaia cappelli scouts alla Baden Powell. E sarà così, tutto, per tre giorni sempre più intensi.

Dall’EUR al Colosseo, spettacolo che tiene inchiodati occhi di adolescenti che ne avevano sentito parlare solo studiando storia. Ma non è facile sfamare migliaia di bocche affamate in fila davanti ad una trattoria presa d’assalto… a noi non resta che rimetterci nelle mani di fr. Claudio: cena luculliana al SLM.
La giornata finisce con la consegna di dove ripartire il giorno dopo alle 5.30, e all’invito di alzarsi alle 5.00. Pur essendo una prerogativa genovese, nessuno ha mugugnato.

È notte ancora e si esce di casa… La metro è già stracolma, non cadrebbe in terra neanche un centesimo. Due ore di calca per entrare in via della Conciliazione ed infine ecco la grande piazza che si sta affollando per vivere la liturgia funebre di Papa Francesco.
Non è una liturgia per adolescenti, la piazza è riempita ed affollata dal mondo intero. Il caldo fa la sua parte, ma gli occhi non possono non registrare l’immensa presenza di affetto e le orecchie non registrare la solennità dei canti liturgici.
La mattina si chiude e di nuovo file e file di gente e di ragazzi che riprendono il cammino.

Al pomeriggio ci attende la grande basilica di S. Paolo fuori le mura. È il momento del nostro Giubileo. Varchiamo la porta ognuno con il suo bagaglio di interiorità che ci porta oltre noi stessi. Momento di riflessione, contemplazione, interiorità personale e di nuovo dentro il fluente e lento fiume di ragazzi concatenati gli uni dietro gli altri. Trenini di cui non si vede né l’inizio, tantomeno la fine. E’ difficile ma nello stesso tempo rispettosi di non interrompere la catena… si aspetta un varco.

Ultimo giorno, è il nostro giorno, siamo “quasi” solo adolescenti… si parla di 150.000. Stesso percorso e stessa fatica per arrivare in Piazza S. Pietro, questa volta con il piacere di poter passare quattro ore con una sedia a disposizione. Arriviamo che la piazza è semivuota, ma nel giro di un’ora non c’è più spazio per far posto ad un’altra testa all’interno delle migliaia che formano il puzzle di vite adolescenziali arrivati dai cinque continenti.
Il resto è tutto da immaginare, messa in latino cantata in gregoriano, forse non il massimo per poter partecipare, ma il bello è nell’ascoltarla.
Tempo di pranzare, andare a raccogliere zaini e valigette e di nuovo via verso la stazione Termini dove un treno super affollato di ragazzi e di scouts ci riporta a Genova.

Esperienza bella, forte, emozionante, fatta di camminare, camminare, camminare dietro frotte di ragazzi, e file interminabili di scouts che trotterellano per le vie di Roma.
Cosa portiamo a casa? poco di Roma… qualche fotografia: facciata di San Pietro, Colosseo, Fori Imperiali, Campidoglio, San Paolo fuori le mura… ma tanta emozione nutrita di entusiasmo, di canti, di stanchezza, sprigionata dai volti e dai piedi di decine e decine di migliaia di ragazzi, pieni di vita e di futuro.
Papa Francesco sarebbe stato entusiasta di tanta giovinezza straripante di futuro.
Ragazzi alla ricerca istintiva di chi li aiuti a varcare porte.
Forse non molto consapevoli della portata dell’evento, ma adesso possono dire nella stanchezza:
“Sono contento di esserci stato”. “Io c’ero”.

Ecco l’album fotografico di questo Giubileo degli Adolescenti dei nostri amici di Genova

Le nostre Afriche…

Le nostre Afriche…

Nel mese di luglio fr. Roberto Moraglia e Mimmo Vitiello, entrambi di Giugliano, hanno vissuto un’esperienza speciale, una sorta di apripista per una futura attività in Camerun. In collaborazione con la fondazione Siamo Mediterraneo si sta infatti pensando ad un progetto che “consenta di vivere un’esperienza nel sud del Camerun dove i Maristi hanno avviato una nuova scuola bilingue di francese ed inglese. I volontari potranno offrire non solo un prezioso contributo alle attività della scuola, ma supporteranno i responsabili nella programmazione di un futuro progetto di solidarietà e cooperazione attraverso gemellaggi tra le classi delle scuole mariste italiane e l’Istituto camerunense.”

Lasciamo allora la parola a fr. Roberto, appena tornato da questa esperienza nel Camerun.

Tutto nasce agli inizi della Provincia Mediterranea, a inizio secolo, diciamo, quando si sono comprati dei terreni vicino alle capitali degli Stati in cui i Maristi erano presenti, o vicino a città importanti.

Così in Camerun, a pochi km da Douala, la capitale commerciale del paese, si è provveduto ad acquistare un terreno di circa 20 ettari. La città di Douala è a pochi km ma per raggiungerla ci vuole circa 45 minuti di macchina a causa delle strade in cattive condizioni e soprattutto per il traffico, sempre congestionato da macchine e da moto taxi.

A causa della grave crisi politica nel paese (una guerriglia estesa a molti territori anglofoni della zona) che sconvolge la nazione da diversi anni, si è deciso di costruire a Babenga una scuola bilingue per permettere l’accesso all’istruzione ai giovani del territorio ma soprattutto ai tanti bambini e ragazzi figli di famiglie che hanno preferito scappare dai territori anglofoni sconvolti dalla guerriglia.

Da pochi anni hanno ripreso a funzionare le scuole situate nei territori interessate dalla guerriglia, ma se si pensa che prima della guerra c’erano oltre 1200 alunni e adesso a malapena si sfiorano i 200, è evidente che la gente ha ancora paura, inoltre poche famiglie possono permettersi di pagare la sia pur esigua retta. necessaria per la gestione (inutile pensare che ci siano contributi statali).
In quel territorio, tra l’altro, funzionano solo le scuole religiose mentre i guerriglieri impediscono l’apertura delle scuole statali.

La commissione di solidarietà della Provincia marista ha deciso di affidare all’Italia uno Stato della Marist province of West Africa per organizzare un campo di volontariato e la scelta è caduta proprio sulla scuola di Babenga. Si tratta di una prima esperienza in assoluto, sia per noi che per loro.

Purtroppo questo primo anno non è stato possibile formare un gruppo di volontari ma con Mimmo abbiamo deciso comunque di partire per conoscere a fondo la realtà e valutare come organizzare per il futuro un campo di volontari.

Siamo davvero contenti della scelta che ci ha dato l’opportunità di conoscere un mondo bello e attraente anche se molto diverso dal nostro. E’ stato bello scoprire la gioia e l’affetto dei bambini, la loro semplicità e la capacità di vivere con poco e donando tanto affetto.
Sono stato contento di conoscere la presenza marista in questo continente e la situazione caotica di un mondo completamente diverso dal nostro ma allo stesso tempo affascinante. Ho sempre avuto una certa resistenza ad andare in Africa e le tante altre opportunità hanno preso il sopravvento.
Ora che ho compiuto questo primo passo e superata una certa resistenza, sono davvero contento perché come per magia (il fascino dell’Africa?) mi sono sentito attratto da questo mondo e quasi mi dispiace di non esserci venuto prima.

Dopo questa bella esperienza si passa alla parte pratica e ovviamente mi auguro di poter organizzare per il futuro un campo di volontari che possano lavorare con i bambini durante l’estate. Se a qualcuno l’idea può interessare, iniziamo a pensarci.

Si parte con l’idea di dare qualcosa e ti rendi conto che ricevi sempre di più di quello che dai.

E comunque, sempre a Entracque

E comunque, sempre a Entracque

Da alcune settimane la nostra casa di Entracque è praticamente “off limit”, perché sta ospitando le persone che di solito risiedono nella casa di riposo S. Michele, attualmente in ristrutturazione. Quindi passandole accanto non si sentono il solito vociare dei ragazzi, la colonna sonora estiva, non si assiste al via-vai di ragazzi alle prese con tornei, gite e perlustrazioni del territorio. Ma… anche se la casa non è praticabile, per noi maristi diventa difficile accantonare Entracque; e così… ospitiamo la cronaca dal nostro inviato speciale, fr. Paolo

CAMPO ESTIVO DI ENTRACQUE ’24

La nuova stagione dei Campi Estivi ad Entracque quest’anno è iniziata in una nuova sede visto che la nostra casa è occupata, e lo sarà per diversi anni, dagli ospiti della Casa di riposo che è in ristrutturazione.
Così, i ragazzi delle Prime medie di Cesano Maderno (19) e di Genova (10) sono stati ospiti della struttura Aktiv Hotel Alpi Marittime, dal 13 al 18 giugno, la struttura che si trova al termine delle piste da sci, appena fuori dall’abitato.

Naturalmente anche gli altri alunni delle seconde medie, però dal 18 al 23, saranno ospiti nella stessa struttura. Le terze medie, invece, saranno ospiti nei locali della Parrocchia, con vista sulla nostra amata casa!

Fr. Stefano, responsabile di tutti i Campi delle medie, in questo Campo iniziale è stato coadiuvato da alcuni professori delle due scuole e da animatrici e animatori che hanno mostrato una grande voglia di rendersi utili.

Si è inserito tra di loro anche fr. Paolo.
Il gruppo ha saputo integrarsi molto bene rendendo la convivenza gradevole e costruttiva!
Lo spirito che Entracque riesce ad infondere a coloro che la visitano e la vivono continua ad essere una stupenda realtà!

E allora lasciamo spazio alle immagine di questo primo turno