IN RICORDO DI PAPA FRANCESCO Una bella sorpresa quella che ci ha fatto fr. Onorino qualche settimana fa.
Ha voluto ringraziare il Signore per il dono di Papa Francesco alla Chiesa e al mondo presentandoci e regalandoci il suo libro “Preghiamo con Papa Francesco”.
Riprendendo alcuni scritti del Papa li ha trasformati in preghiera, in “salmi per il nostro tempo”, sulla scia del classico libro di M. Quoist. I temi sono vari ed hanno tutti origine da significativi passaggi che papa Francesco ha regalato alla Chiesa, contenuti nei suoi documenti.
Le cento pagine di cui si compone il libro offrono pertanto abbondanti spunti di preghiera.
Sì perché, ci ha spiegato Onorino, “questo non è un libro da leggere, serve per pregare e meditare”.
Il Giubileo degli Adolescenti era stato preparato con cura e passione per accogliere a Roma il variegato panorama dei ragazzi di tutte le diocesi. Il clou dell’evento doveva celebrarsi il 27 aprile, con la canonizzazione di Caro Acutis, giovane anche lui e testimone del come si possa essere fedeli al vangelo e vivere in pienezza e freschezza gli anni della propria adolescenza. Poi gli eventi del dopo Pasqua, la morte di papa Francesco, il cambio di programma, il funerale aperto al mondo, giorni memorabili che hanno cambiato la storia. Dalla scuola marista di Genova raccogliamo la testimonianza di questo piccolo gruppo di partecipanti all’evento, accompagnati da fr. Antonio; anzi, cediamo a lui la tastiera.
dal nostro inviato, fr. Antonio Sancamillo
Il GIUBILEO DEGLI ADOLESCENTI esperienza dello Champagnat di Genova
Tutto è nato da un input: A Roma c’è il Giubileo degli adolescenti, i nostri ragazzi fra 25 anni avranno dai 37 e i 40 anni. Perché non invitarli ad una esperienza di Chiesa e di giovinezza incipiente che la storia ci sta mettendo di fronte? Ecco allora la richiesta: chi vuole partecipare al Giubileo? Meta Roma, tra il 25 ed il 27 aprile. Siamo agli ultimi giorni possibili per inserirci nel circuito ecclesiale. Partono le circolari… Subito si avverte un clima di entusiasmo normale, nemmeno troppo vivace… le prenotazioni possibili sembrano una dozzina, iscrizioni effettive: quattro.
Partiamo lo stesso. Partenza alle 7.20 da Genova, arrivo alle 13.10 al San Leone Magno di Roma. La Comunità ci sta aspettando. Pranzo, sistemazione … ed inizia il trotterellare per Roma. Prima meta prevista, San Pietro e Paolo all’EUR, Via Lucis. Noi facciamo una breve deviazione: Casa Generalizia dei Fratelli Maristi.
E qui viviamo il primo momento del nostro pellegrinaggio, la cappella della Buona Madre. Una visita veloce, un saluto alla Buona Madre e via, verso la scalinata di San Pietro e Paolo. Qui il primo grande incontro con le migliaia di coetanei alla ricerca di un gradino per sedersi e con il tentativo faticoso di raggiungere il piazzale. Dopo un’ora di riflessioni a mala pena percepite per l’impianto audio inadeguato si riprende la strada per il rientro, cercando un luogo dove cenare. Si avverte subito che Roma è invasa da ragazzi. Inizia il grande fiume dei giovani, fiume in piena ma tranquillo, pieno di entusiasmo che si snoda, si divide, si ritrova. Prevalgono le magliette verdi, ma sono anche migliaia e migliaia cappelli scouts alla Baden Powell. E sarà così, tutto, per tre giorni sempre più intensi.
Dall’EUR al Colosseo, spettacolo che tiene inchiodati occhi di adolescenti che ne avevano sentito parlare solo studiando storia. Ma non è facile sfamare migliaia di bocche affamate in fila davanti ad una trattoria presa d’assalto… a noi non resta che rimetterci nelle mani di fr. Claudio: cena luculliana al SLM. La giornata finisce con la consegna di dove ripartire il giorno dopo alle 5.30, e all’invito di alzarsi alle 5.00. Pur essendo una prerogativa genovese, nessuno ha mugugnato.
È notte ancora e si esce di casa… La metro è già stracolma, non cadrebbe in terra neanche un centesimo. Due ore di calca per entrare in via della Conciliazione ed infine ecco la grande piazza che si sta affollando per vivere la liturgia funebre di Papa Francesco. Non è una liturgia per adolescenti, la piazza è riempita ed affollata dal mondo intero. Il caldo fa la sua parte, ma gli occhi non possono non registrare l’immensa presenza di affetto e le orecchie non registrare la solennità dei canti liturgici. La mattina si chiude e di nuovo file e file di gente e di ragazzi che riprendono il cammino.
Al pomeriggio ci attende la grande basilica di S. Paolo fuori le mura. È il momento del nostro Giubileo. Varchiamo la porta ognuno con il suo bagaglio di interiorità che ci porta oltre noi stessi. Momento di riflessione, contemplazione, interiorità personale e di nuovo dentro il fluente e lento fiume di ragazzi concatenati gli uni dietro gli altri. Trenini di cui non si vede né l’inizio, tantomeno la fine. E’ difficile ma nello stesso tempo rispettosi di non interrompere la catena… si aspetta un varco.
Ultimo giorno, è il nostro giorno, siamo “quasi” solo adolescenti… si parla di 150.000. Stesso percorso e stessa fatica per arrivare in Piazza S. Pietro, questa volta con il piacere di poter passare quattro ore con una sedia a disposizione. Arriviamo che la piazza è semivuota, ma nel giro di un’ora non c’è più spazio per far posto ad un’altra testa all’interno delle migliaia che formano il puzzle di vite adolescenziali arrivati dai cinque continenti. Il resto è tutto da immaginare, messa in latino cantata in gregoriano, forse non il massimo per poter partecipare, ma il bello è nell’ascoltarla. Tempo di pranzare, andare a raccogliere zaini e valigette e di nuovo via verso la stazione Termini dove un treno super affollato di ragazzi e di scouts ci riporta a Genova.
Esperienza bella, forte, emozionante, fatta di camminare, camminare, camminare dietro frotte di ragazzi, e file interminabili di scouts che trotterellano per le vie di Roma. Cosa portiamo a casa? poco di Roma… qualche fotografia: facciata di San Pietro, Colosseo, Fori Imperiali, Campidoglio, San Paolo fuori le mura… ma tanta emozione nutrita di entusiasmo, di canti, di stanchezza, sprigionata dai volti e dai piedi di decine e decine di migliaia di ragazzi, pieni di vita e di futuro. Papa Francesco sarebbe stato entusiasta di tanta giovinezza straripante di futuro. Ragazzi alla ricerca istintiva di chi li aiuti a varcare porte. Forse non molto consapevoli della portata dell’evento, ma adesso possono dire nella stanchezza: “Sono contento di esserci stato”. “Io c’ero”.
Chi conosce i Maristi li associa senza troppi sforzi alle scuole, anche in Italia uno pensa rapidamente ai luoghi principali, dal San Leone di Roma allo Champagnat di Genova, da Giugliano a Cesano; scuole dall’infanzia al liceo, da oltre 100 anni.
Ma questo abbinamento comincia a rivelare chiaramente dei limiti, ci sta davvero stretto, perchè è ormai da tempo che alle scuole si sono affiancate numerose altre iniziative; solo in Italia passiamo dal centro diurno dell’Albero (dal 2001), al Ciao di Siracusa (dal 2019), alla comunità alloggio M. Champagnat di Giugliano (2021), senza dimenticare le tante altre iniziative.
Per seguire meglio queste attività, riunite sotto il titolo di “opere sociali” `si è pensato da tempo ad una realtà più snella e adeguata, una fondazione che potesse, ad esempio, rientrare nel novero delle ong, partecipare anche ai bandi per progetti nell’ambito sociale; è nata proprio per questo la Fondazione Siamo Mediterraneo, attiva dal 2021.
La stessa realtà la possiamo notare anche nella parte spagnola della provincia marista mediterranea, dove le opere sociali sono in costante crescita (una sta sorgendo in questi giorni nei pressi di Algemesi e la prossima è prevista entro l’anno ad Alicante); nessuno si meraviglia che il numero di opere sociali sta superando quello delle scuole. E in tutte queste attività la presenza dei maristi di Champagnat e dei volontari è la norma costante, qualche fratello è comunque presente, ma la stragrande maggioranza è composta di laici, tutti animati dal carisma di Marcellino, che fin dai primi tempi, oltre alla realtà delle scuole, aveva già avviato altre realtà parallele, sempre con l’obiettivo di affrontare emergenze concrete.
Oggi le nostre opere sociali spaziano dai bambini ai migranti, dalle fasce vulnerabili alle persone in difficoltà sociale, senza disdegnare chi sta seguendo percorsi di rieducazione.
A gennaio si è tenuto a Madrid un incontro dei coordinatori delle opere sociali spagnole, quasi 30 persone impegnate nella gestione delle diverse realtà, anche in questo caso riunite nella Fondazione Marcellino Champagnat.
E tra pochi giorni, sabato 8 febbraio, ci sarà un incontro per i tanti volontari che partecipano in vario modo alla crescita e al cammino di queste iniziative; siamo già al terzo anno e sarà un doppio incontro, uno con sede a Siviglia e l’altro a Denia. E proprio in quest’ultima località saranno presenti per la prima volta anche volontari italiani, insieme al Responsabile dell’Equipe di Solidarietà, Gianluca. Per avere altre informazioni o contatti basta scrivergli 2 righe all’indirizzo solidarieta@maristimediterranea.com.
Così tra pochi giorni ci racconterà come sono andate le cose.