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Categoria: maristi

Finalmente maristiadi!

Finalmente maristiadi!

Quando era stata l’ultima volta? L’ultimo incontro sportivo degli alunni delle scuole mariste d’Italia? Ah già, prima del Covid…
Tra un po’ diventerà abituale dividere il tempo recente in un prima e un dopo. Ma se la pandemia ci ha segnato tutti quanti, è davvero bello riprendere appuntamenti “dal vivo” dove la Vita ci parla con intensità

L’incontro sportivo delle Maristiadi ha marcato la tappa iniziale di questo nuovo anno scolastico e far toccare con mano alle diverse scuole la presenza di tanti altri amici che condividono slogan, carisma, magliette, ricordi e persone significative si trasforma subito in un momento importante.

Ed è stato bellissimo vedere i campi di Prato Lauro, lo storico “polmone verde” del San Leone Magno, sulla via Nomentana, riempirsi di ragazzi di Cesano Maderno, Genova, Roma e Giugliano per questa giornata festosa di incontro sportivo.

Quest’anno era anche la prima volta degli alunni della “nuova” scuola marista del Pio XII e ascoltando i loro commenti e scrutando nei volti siamo sicuri che l’effetto-incontro è stato significativo, ecco le parole del Preside, fr. Massimo: Siamo parte di qualcosa che va ben oltre la punta del nostro naso! Con questo pensiero si è chiusa l’esperienza comunitaria delle Maristiadi vissuta dai nostri alunni e dalle nostre alunne. Mercoledì 19 è stata proprio una giornata che ci ha restituito il senso e la bellezza dello stare insieme.

Giornata bellissima, tipica delle migliori ottobrate romane, con sole splendido e voglia di giocare e partecipare. Tante le discipline sportive e la possibilità per tutti di gareggiare con impegno e fair play (perché sì, nello sport questo non è un dettaglio, come dice il mitico prof Caffarella che si è completato con i suoi alunni che hanno vinto anche questo trofeo!).

E come in tutti gli eventi sportivi, alla fine si conta il medagliere … e i vincitori sono stati numerosi dalla scuola di Cesano Maderno a quella di Giugliano, che vince il primo posto per le categorie “Maristiadi Liceo” e “Maristiadi Scuola Media”! Insomma, tanti i vincitori, anche a dispetto dei “numeri” della scuola. E quindi complimenti ai ragazzi e ai loro docenti, perché se la scuola cammina in questa bella direzione è soprattutto merito di chi li accompagna giorno dopo giorno!

Per le foto, i commenti, le impressioni a caldo e del giorno dopo, basta una veloce scorribanda sui tanti social delle nostre scuole, ad esempio:

La pagina di Cesano su Facebook

Le tante foto del Pio XII su Instagram

Ecco un intero album fotografico realizzato dalla scuola di Genova

I primi 6 anni maristi a Siracusa

I primi 6 anni maristi a Siracusa

Nella mattina del 6 ottobre erano cominciati a circolare sui social maristi un paio di video, che ricordavano un anniversario speciale, poi, veloci, sono arrivati numerosi altri contatti, i like, gli auguri di circostanza.
Ne siamo rimasti sorpresi anche noi della comunità di Siracusa, visto che gli impegni della giornata avevano già preso il sopravvento sulle celebrazioni, considerato che proprio nella preghiera del mattino avevamo ricordato in semplicità questo sesto compleanno per i maristi di Siracusa.

Negli annali della comunità abbiamo rintracciato le poche parole di fr. Onorino, che ricordava il suo arrivo:

Giovedì 6 ottobre 2016

Ore 9,30 arrivo a Siracusa. Chiedo se è questa la stazione buona o se ce n’è un’altra e il ferroviere mi risponde: “Guardi, i binari finiscono qui, più avanti non si va”.

E dopo i colloqui col vescovo, la ricerca di un luogo dove sistemarsi, qualche idea su cosa fare, nel giro di poche settimane questo progetto nato sull’onda dell’entusiasmo per il bicentenario del sogno di Marcellino Champagnat ha cominciato poco alla volta a diventare realtà.

Naturalmente tutto questo è stato possibile soprattutto grazie alle persone: subito dopo fr. Onorino (Italia) e Br. Michael (dall’Australia) sono arrivati i giovani laici Gabriel (dal Brasile) e Mario (dal Cile), nell’estate successiva è giunto anche fr Ricardo (dal Venezuela, ma passando dalla Cina e dalle Filippine!) e poi, nello stile dell’esperienza Lavalla200>, aperta a tutti quanti, ecco arrivare le prime presenze femminili, Rosa (dalla Spagna) e pochi mesi dopo anche Nina (dal Brasile). Quanta vita nella comunità, prima sistemata un po’ alla buona presso la Caritas e poi in un appartamento nel cuore del quartiere in cui sorge anche il Ciao.

Man mano che la comunità diventava più interculturale e variegata, prendeva corpo anche la missione. Inizialmente si è cercato di capire come poter essere al fianco dei minori migranti, andando a visitare i centri di accoglienza, le strutture e le associazioni che già erano coinvolte in questo settore. La collaborazione è stata intensa e fruttuosa, tante le persone di buona volontà che ci hanno aiutato. Poco alla volta si è realizzato il progetto del CIAO, un centro che ora sembra un elemento necessario e utilissimo per il territorio, ma che ancora non aveva precedenti; un luogo aperto ai migranti, alle associazioni, alle persone, luogo di incontro, di formazione, di aiuto, di studio dell’italiano, di proposte molteplici.

E da questa realtà sono poi scaturite altre iniziative e ci siamo resi conto di altre necessità. Come quella di offrire ai giovani migranti strumenti concreti per avviare l’integrazione nella società italiana, a partire dall’accoglienza in una casa, un aiuto diretto per le spese e le necessità di chi inizia un lavoro o deve terminare gli studi: nasce così il progetto degli Alloggi per l’autonomia, che ora conta 3 appartamenti e una dozzina di ospiti. E il Ciao continua ad ampliare l’offerta di aiuto per i migranti del territorio: doposcuola per i bambini, aiuto per conseguire la patente di guida, il gettonatissimo servizio di consulenza legale…

Intanto la nostra presenza deve fare i conti, come tutti, con la pandemia; quindi attività ridotte e chiusure forzate; aggiungiamoci pure le difficoltà politiche italiane con conseguenti scelte di chiusura e di confusione normativa. Ma si partecipa ugualmente all’impegno locale, qualcuno diventa volontario della Croce Rossa, si entra come partner in progetti di aiuto, si sfruttano gli spazi aperti per offrire ai bambini la possibilità di campi estivi.

Il tempo passa e la Comunità, come un albero, cambia alcune foglie; nel 2019, dopo 3 anni, fr. Onorino termina il suo impegno, arriva fr. Giorgio, poi Gabriel e Mario ci lasciano per altre esperienze. Anche Rosa finisce la sua esperienza nel 2020 (e continua come laica marista a Cuba), ma subito arriva forza nuova, con Kike (dalla Spagna). L’ultima partenza, dopo le fatiche del campo estivo di luglio 2022 è quella di Nina che dopo quasi 4 anni torna in Brasile. E proprio come regalo dei 6 anni è in arrivo un altro laico marista da Cordoba, Juan Antonio. L’albero continua a crescere e affronta le nuove situazioni con la flessibilità che la vita ci chiede.

Il percorso che ci ha condotti fin qui segna già una direzione chiara, come maristi è bello sentirsi accompagnati da tanti, alunni, famiglie, laici, fratelli… che ci sostengono in questo impegno e chissà, se qualche lettore curioso volesse condividere con noi parte di questo impegno, le possibilità non mancano. Vi aspettiamo!

Fratelli e laici, si riparte con il ritiro insieme

Fratelli e laici, si riparte con il ritiro insieme

Due giorni di ritiro tra le montagne care a s.Francesco, nel fresco della natura umbra, tra boschi di quercia e di faggio, con un gruppo di amici affiatati che riprendono, dopo gli anni della pandemia, un appuntamento che viene da lontano. Questa la cornice del ritiro fratelli e laici di questo agosto 2022 nel Comune di Polino (TN).

Un piccolo gruppo proveniente da Giugliano (come al solito il gruppo più consistente, erano presenti in 7 persone!), una docente da Roma e due fratelli maristi, giunti da Roma e Siracusa; un tema scelto a suo tempo dall’equipe di animazione fratelli e laici: ascoltare il grido degli ultimi… tema che ben si innestava sullo slogan già proposto a tutte le scuole mariste della provincia per lo scorso anno scolastico: Ascolta.

L’ambiente semplice e casalingo, la conoscenza reciproca e la vicinanza di luoghi suggestivi dei boschi dell’Umbria, ci hanno certamente aiutato. Al mattino il risveglio era favorito dagli interventi di Antonella e le sue proposte di uno yoga dolce e a misura delle nostre povere ossa; poi alcuni interventi che fr. Giorgio ha condiviso con i partecipanti, a partire dall’esperienza della comunità di Siracusa.

Un momento per entrare nel tema dell’ascolto e poi uno più specifico legato all’ascolto della sofferenza, del grido di quei poveri “che avremo sempre con noi”, con lo stile di Marcellino, che non si è certo fermato solo all’emergenza educativa ma si era già dedicato a tamponare altre situazioni critiche del suo tempo, gli anziani abbandonati, i bambini con difficoltà sensoriali…

Ogni giorno ci siamo ritagliati una sosta per un momento di preghiera nella piccola e suggestiva cappellina immersa nel bosco, avvolta di edera e silenzio.

E nel pomeriggio di sabato, sotto una pioggia attesa e rinfrescante, una condivisione concreta sull’esperienza di ascolto e di intervento a favore degli ultimi così come viene vissuta nella particolare comunità e missione di Siracusa, un valido esempio di condivisione tra fratelli e laici, uomini e donne, giovani e … diversamente giovani.

A conti fatti un’esperienza breve, ma significativa, concentrata e speriamo utile per poter dare il giusto slancio per un nuovo anno comunitario che sta ripartendo. La presenza di fr. Roberto, che si trasferisce proprio in questi giorni da Roma a Giugliano assumeva quasi un senso di continuità e di garanzia di impegno, nel rispondere alle tante richieste che la vita ogni giorno ci propone e che spesso vanno ben oltre la routine e le prevedibili esigenze d’ufficio.

In filigrana abbiamo seguito anche l’esperienza di Giona, un “professionista” della fede, profeta doc, ma anche profondamente umano e limitato, convinto che l’adesione alla missione sia determinata una volta per tutte e diventi, così, immutabile e standard. Ma la vita ci propone ben altri standard, i cambi di rotta sono suggeriti dalla stessa capacità di ascolto di Dio, che dovrebbe poi diventare un modello da seguire per tutti noi.

Ci siamo lasciati con la speranza di riannodare le fila del discorso, interrotto come tanti altri dalle pastoie della pandemia. Contiamo pertanto di poter ripetere anche nei prossimi anni, coinvolgendo le diverse realtà mariste, questo cammino di condivisione e di fraternità.

E naturalmente, per chi vuole assaporare, almeno con gli occhi, i luoghi belli che abbiamo toccato con mano, ecco alcune foto che ci siamo regalati gli uni gli altri.