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Tag: Maria

Settimana di ferragosto

Settimana di ferragosto

Le ferie di Augusto, e non solo le sue. Quest’anno mi sono fermato per fare le vacanze qui a Siracusa e, caldo a parte, penso che sia una occasione speciale per conoscere meglio questa città.

In questi giorni ho poi incontrato alcuni amici di Giugliano e con loro abbiamo realizzato un po’ di visite nei dintorni, da Ortigia a Neapolis, da Cavagrande alla Tonnara; insomma, i posti belli di queste zone, senza dimenticare il mare, che ovviamente la fa da padrona, viste le temperature.

E il caldo, si sa, non invita molto a muoversi, a girare in bici; soprattutto quando rientrando in casa e aprendo il rubinetto dell’acqua fredda, si ottengono questi spettacoli. Insomma, a 40 gradi dà quasi fastidio lasciarci le mani in mezzo!

E’ vero, abbiamo avuto anche qualche spruzzata di pioggia, 2 serate con un po’ di acqua, ma in tutto sono caduti solo 5 mm. di pioggia, ancora troppo poco per mitigare il forno che sovrasta sulla zona.

Pazienza, se piove sui giusti e sugli ingiusti penso sia buona cosa estendere il caldo in ugual misura…

Così, lunedì 15 agosto, festa dell’Assunta, dopo essere già andato a sentire i primi vespri del Monteverdi, nella chiesa di s.Filippo, ho pensato di partecipare e assistere alla processione della statua dell’Assunta, che dalla stessa chiesa, nel cuore di Ortigia, passava nelle vie centrali, sforava in piazza Duomo, scendeva fino alla Marina e poi proseguiva in nave nel golfo grande.

Non sono certo un appassionato di questo genere di processioni; un conto è vivere in comunità più circoscritte, dove una processione può avere un senso identitario, comunitario e “quasi di fede”, senza ostentazioni o imposizioni (ripenso alle semplici e amichevoli processioni nella mia piccola zona di s.Lorenzo, a Sanremo, sempre in questo periodo dell’estate); qui il contesto è ben diverso.

Per tanti aspetti quello che ho visto mi sembrava quasi un rito pittoresco e vagamente ancestrale, con il pretino in testa al corteo ma quasi attore di un rito d’altri tempi, e i devoti portatori della statua della Madonna che ogni 10 passi si fermavano, nell’attesa che qualcuno invocasse con qualche epiteto locale la Vergine, così che tutti potessero rispondere in coro “Viva Maria”, tra lo slancio calcistico e il fervore popolare. Eppure, un evento del genere qualche richiamo al mondo della fede può ancora significarlo…

Il percorso era abbastanza breve, anche se i tempi di percorrenza sono stati dilatati dalle frequenti pause. In testa il parroco, in veste solenne, dietro un drappello di fedeli, con sindaco e assessore annessi, poi la statua dell’Assunta e dietro la banda municipale. Poi ancora un seguito di fedeli. Tante, invece, le persone assiepate lungo il percorso. Immancabile, come sempre, il simbolo della fede e della presenza per antonomasia: il cellulare sguainato per le riprese, video o foto che siano. Senza di quello, ormai, non si è vissuto nessun evento nel quale ci si è imbattuti.

Mi era quasi venuta voglia di realizzare un piccolo video su questa processione, chissà se le buone intenzioni incontreranno una fine concreta… vedremo

Intanto, ecco le immagini della processione dell’Assunta ’22 per le vie di Ortigia

Ciao Mary (per sempre?)

Ciao Mary (per sempre?)

Confesso che dopo aver letto qualche riga sul libro, il nome dell’autrice mi ha un po’ lasciato perplesso. Ma per un semplice pregiudizio. Non conoscevo granché della Murgia, se non qualche sprazzo di presenze in TV, qualche suo commento, qualche flash sui vari media… una conoscenza molto superficiale e l’avevo taggata con un’etichetta tra l’influencer e la tuttologa mediatica.

Trovare un suo libro dedicato, almeno apparentemente, a Maria, la donna del vangelo, la madre di Gesù, mi sembrava per lo meno strano. E qui scatta la curiosità. Uno spulcia qualche pagina, legge qualche riga. E poi mi piacciono le posizioni un po’ alternative e sentire direttamente una voce femminile che riflettesse e parlasse di Maria, un tema più impegnativo di quanto si possa credere, mi intrigava particolarmente. E allora scatta la voglia di leggere.

Ho incontrato diverse sorprese piacevoli nel leggere il testo. Intanto la Murgia non è una persona semplicemente informata dei fatti. La sua prospettiva mi è sembrata molto chiara e ben dichiarata. Scrive da credente, con una lunga frequentazione ecclesiale, gli studi di Scienze Religiose, l’esperienza di catechista, insomma, scrive da “dentro” la prospettiva cattolica. Ma proprio per questo sembra invitare il lettore a recuperare uno sguardo critico più profondo, meno legato alla sola tradizione o alle consuetudini.

Lo confessa fin dall’inizio, non si tratta tanto di un libro “su” Maria o sul femminile nell’universo delle religioni, in particolare quella cattolica. Il titolo è quasi un pretesto per affrontare tanti argomenti legati agli stereotipi culturali e tradizionali che si sono sedimentati sulla figura e sul ruolo di Maria. Ci pensa il sottotitolo a ricordare il fine principale, che è quello di riflettere su come la Chiesa ha creato il suo modello di donna.

Ci sono alcune pagine chiaramente dedicate a sviscerare in modo organico la figura di Maria, ma il grosso del testo affronta tematiche più ampie; dal ruolo della donna, al maschilismo che si manifesta in tanti, troppi, aspetti della vita quotidiana, spesso criptati e tacitamente considerati come la “norma” necessaria da seguire, senza possibilità di un contenzioso.

Molti i fatti e le notizie analizzate, per rivelare come la nostra cultura ragiona più a colpi di stereotipi (patriarcali) che per chiara conoscenza e consapevolezza critica. Interessante l’analisi culturale di come viene proposta Maria nel corso dei secoli, quale evoluzione abbia subito anche semplicemente nell’iconografia cristiana, per capire come certe idee vengano veicolate più con il contorno che con il soggetto centrale.

Emblematica al proposito è la “scomparsa” del bambino nelle rappresentazioni mariane degli ultimi due secoli, via via sempre più evidente (da Lourdes a Fatima, per non parlare di Medjugorje). Non si tratta certo di un dettaglio, visto che nel Vangelo Maria è sempre in stretta relazione col figlio, anzi, quasi non esiste al di fuori di questa dialettica.

Anche il tono dell’autrice mi sembra moderato e dialogante, senza arrampicate su steccati dal sapore vetero-femminista e senza nemmeno lasciarsi andare a facili critiche di superficie.

Insomma, una lettura stimolante, per ascoltare, una volta tanto (mi riferisco alla platea dei maschietti, ovviamente) una riflessione al femminile su una tematica che quasi sempre ci viene spiegata e commentata a partire da modelli che da sempre hanno relegato la donna a ruoli subalterni.