Sfogliato da
Tag: Cassibile

Tante cose in poche righe

Tante cose in poche righe

Il pio desiderio di riuscire a mettere giù qualche riga con una tempistica più decente, anche solo come “allenamento” non credo sia una mia nota distintiva. A volte passano davvero molti giorni e molte cose prima di sedimentare sul web. Non che sia necessario (un blog quasi mai lo è), ma diventa un utile appuntamento con la realtà e quel pizzico di riflessione che aiuta a viverla meglio.

In questo inizio di autunno, qui a Siracusa, il tempo si è ormai deciso a rimettersi al passo col calendario. Io continuo a dire che lo scorso anno si riusciva ancora a fare qualche passaggio in acqua, con il mare così vicino, ma ormai sono diverse settimane che il tempo si è ormai piazzato sul medio-brutto. Pioggia, e tanta; nella sola giornata di venerdì scorso (14 ottobre) sono piovuti più di 40 mm, praticamente il 10% di un intero anno. Se fosse arrivata a luglio, nel periodo critico degli incendi, sarebbe stato davvero meglio… Ma l’acqua serve, anche quando crea qualche disagio (e qui a Siracusa è successo ben poca cosa, un simpaticone ha preso il canotto e si è messo a pagaiare per la strada in versione torrente, per manifestare i vari disservizi, ma è più una nota di colore che un vero problema). Anche la temperatura si è ormai allontanata dalle astronomiche quote estive. Finalmente nel nostro appartamento si inizia a sentire un po’ di fresco (e qualcuno ha già raddoppiato le coperte!).

E sarà il mare, sarà l’acqua, saranno le passioni di un tempo che rifanno capolino, ho da poco allestito anche un piccolo acquario, che fa la sua (discreta) figura all’ingresso del Ciao. Una piccola vasca, 60 litri, di seconda mano (l’acqua invece è originale, anzi, va cambiata spesso!) In realtà volevo metterci dentro dei pirahna e poi incutere un qualche terrore ancestrale nei bambini che finiscono i compiti troppo in fretta: “Adesso diamo da mangiare ai pesciolini…”; ma per fortuna lo scopo è un altro e spesso si rivela un sistema interessante per fargli occupare un po’ di tempo: “Trova il 4 pesce” (sigh, ne sono rimasti solo i 3 della foto, quindi sarà dura!), oppure “Controlla se dalla conchiglia esce qualcosa…”. Così adesso, la sera, quando il timer spegne la luce alle 19:30, diventa più facile ricordarsi che bisogna trovare tempo anche per le altre cose. Non ricordo quale psicologo consigliasse agli ansiosi, alle persone frettolose e agli irrequieti, di prendersi qualche minuto, mettersi davanti ad un acquario e lasciare andare gli occhi dietro ai volteggi dei pesci. Puro relax.

Domenica scorsa ho partecipato anch’io all’assemblea dei fratelli maristi d’Italia, presso la nostra casa generalizia di Roma; ne ho già scritto qualcosa qui, non serve ripetersi. Bella esperienza, davvero.

E per concludere, la notte tra il venerdì e il sabato, per un servizio con la CRI, ho avuto l’opportunità di fare un servizio insolito, dormire presso l’Ostello per lavoratori di Cassibile, che è passato da poco sotto la gestione della Croce Rossa; magari di questo se ne riparlerà. In compenso, già che al mattino presto del sabato ero da quelle parti, ho provato a vedere se mi ricordavo la strada per andare di nuovo ai laghetti della Riserva di Cavagrande del Cassibile.

Lunga strada in macchina, a dire il vero, quasi 10 km lungo un percorso che a volte ti fa pensare di essere finito in qualche landa desolata e deserta. L’importante è non lasciare mai la strada asfaltata (all’inizio ho sbagliato e un piccolo branco di cagnoloni, forse nemmeno randagi, mi ha accompagnato per un po’, fino al rientro sulla retta via!). Insomma, dopo una decina di km si giunge al segnale che indica il sentiero Mastra Ronna. Lascio la macchina e mi avvio a piedi, non fidandomi troppo del cartello “Parcheggio” e soprattutto della strada, così aspra e irregolare. Buona per un trattore, ma devastante per le macchine, anche se poi le incontrerò… Passo vicino alla casa del primo allevatore e mi domando come possa essere la vita da queste parti, quasi in esilio. E finalmente arrivo alla postazione Stallaini, punto di partenza del sentiero. La volta precedente avevamo preso una strada diversa, ma questa mi sembra decisamente più tracciabile e sostenibile.

Così inizio la discesa, ricordavo che non ci voleva molto. Dopo una sosta mozzafiato al belvedere per la Grotta del Brigante (con la sua stranissima ed originale scaletta scavata nella roccia) riprendo il sentiero e in meno di mezz’ora si arriva ai laghetti. Non mi azzardo a fare un tuffo, il sole ancora non scalda questa zona, ma almeno i piedi al fresco riesco a metterli. E poi rapidamente si riprende la strada del ritorno. Poco più di mezz’ora e il dislivello (saranno 200 mt) viene completato e riprendo la via di casa. Ci voleva una passeggiata tra i monti, dopo tutto questo mare. Quando ripasso dalla base ci sono gli operatori regionali, mi chiedono se arrivo dalla parte opposta, quando gli rivelo che il mio tragitto era solo di andata e ritorno mi invitano a firmare il libro degli ospiti. Nulla di strano che negli ultimi 3 giorni nessuno sia passato da queste parti, tra tempeste e brutto tempo, ma oggi il sole è davvero splendido, almeno per la mattinata.

Peccato che il cellulare mi abbia abbandonato prima di poter riprendere anche qualche immagine dei laghetti e della totale tranquillità di questi luoghi.

Ecco qualche foto di questa rapida incursione nella Riserva sentiero Mastra Ronna.

E proprio il mare nel pomeriggio annuncia una sorta di spiraglio, complice il sole che recupera un po’ sulle nubi. Così prendo la bici per andare a vedere se questa volta l’acqua della zona della tonnara di s.Panagia sia più accogliente. Ma… niente da fare, tempo di arrivare e le nuvole riprendono il sopravvento.

Insomma, tra monti e mare, una giornata quasi tutta natura.

E pedaliamo fino a Cassibile…

E pedaliamo fino a Cassibile…

2 giugno: finalmente si può riprendere il via senza troppi pensieri. Così per assaporare un po’ le strade con la dovuta calma, me ne parto dalla nostra nuova casetta abbastanza presto.

Sono le 7:45 quando inforco la bici e mi avventuro verso …il sud. In teoria mi sarebbe piaciuto dare un’occhiata alle zone verdi, al torrente, ai laghetti, ma per oggi può andar bene anche solo una esplorazione sommaria.

Poca gente ancora in giro, bel tempo ancora fresco, strada tutto sommato pianeggiante, anche se alcuni pendii si fanno un po’ sentire, soprattutto prima di giungere a Cassibile.

Quando supero il centro abitato scorgo sulla sinistra il campo dei braccianti, di cui troppo spesso si parla. Condizioni al limite del buon senso, criticità a non finire, problemi da troppo tempo irrisolti. Verrebbe da chiedersi perché i container che lo scorso anno stavano per essere destinati a questa situazione siano ancora bloccati in Siracusa… certamente il lockdown non ha facilitato le cose, speriamo che adesso il nuovo decreto per l’emersione e regolarizzazione dei contratti possa dare un contributo forte al problema. Intanto ammiro sulla destra il complesso della Chiesa del Marchese Loffredo (testuale, sic), mentre una volante sta controllando alcune vetture…

Proseguo in discesa (troppa discesa, da scontare subito dopo!) fino al fiume Cassibile, che supero per poi …tornare indietro, ma seguendo la strada per Fontane Bianche. E sarà meglio così, campagna, olivi, piante, grano che aspetta ancora di essere mietuto. Poi arrivano le case di questo villaggio di seconde case, molte delle quali un po’ abbandonate e derelitte. Ma il luogo sarebbe spettacolare… Le viuzze laterali che portano alle spiagge hanno nomi da convention diplomatiche: “Mar di Norvegia…”.

Ma so già dove fare una tappa particolarissima, che ho già visitato tempo fa, i vivai Cuba. Questa volta entro con calma, chiedo alla gentilissima signora di poter girovagare liberamente e di scattare qualche foto. Anzi, chiedo conferma dell’estensione, mi risultavano 18 ettari di serre e vivaio. Mi corregge: sono 25… e non è colpa dell’inflazione, ma degli ultimi ampliamenti.

Vale davvero la pena avventurarsi nelle serre, tra le sterminate quantità di succulente in vaso, come plotoni pronti alla parata. Ma ci sono soprattutto angoli e scorci dove la natura sembra riprendere il sopravvento, dove le piante grasse, le cactacee e altre spettacolari essenze si fondono con le sterpaglie locali, i fiori di convolvolo, altre piante meno esotiche. L’effetto è suggestivo e vale sicuramente la visita.

A prima vista sembra il posto ideale come location per matrimoni e convention. Invece la direzione dei Vivai mi fa sapere che “non organizzano eventi e meno che mai matrimoni. Il GIARDINO DELLE PIANTE MADRI è essenzialmente uno spazio espositivo attraverso il quale vengono studiate le piante in esterno, per raccogliere semi e talee delle piante che sono ritenute più interessanti per la produzione ed è quel luogo dove di tanto in tanto si possono anche identificare nuove varietà derivanti da incroci spontanei”.

Si vede che credono fortemente in questa proposta e vi si dedicano con passione e competenza. Complimenti.

Rientro a casa in meno di 3 ore dalla partenza, in tutto sono una quarantina di km. Ogni tanto mi sfrecciano al fianco velocissimi grumi di ciclisti “doc”, belli in divisa sgargiante, a sfruttare l’effetto volata del primo. Io proseguo tranquillo, il mio ritmo è quello del curioso pedalatore di corsie esterne, senza fretta e senza cronometro. Oggi ne valeva proprio la pena.

Inutile dire che le foto delle piante dei Vivai Cuba oggi sono il focus principale. A dire il vero il gusto personale nel riprendere le foto può quasi mettere in evidenza solo il lato “naturale e quasi selvaggio” dei vivai, senza evidenziare il gran lavoro professionale di chi vi opera. Ma che si può intuire dalla grande varietà ed estensione degli spazi, dalla cura ordinata delle serre, dalla sistemazione degli scorci…, più che un vivaio, quasi un parco.