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Incubo rosso o futuro celeste???

Incubo rosso o futuro celeste???

Red Mirror: questo libro, come ormai mi succede da tempo, lo avevo preso diversi mesi fa, era rimasto tranquillo nel mio piccolo deposito digitale ma dopo averne colto alcuni richiami (dai vari media, dai discorsi e anche da semplici accostamenti….) mi sono deciso a leggerlo. E l’ho letto praticamente tutto d’un fiato.

Inizialmente pensavo ad un testo “leggero” che si limitasse ad illustrare alcuni aspetti che comunque si considerano già patrimonio comune e ben noti. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla qualità del testo e soprattutto dall’approfondimento dei vari aspetti presi in esame. Non conoscevo ancora l’autore, Simone Pieranni, che è sicuramente molto ben informato su questi scenari e ne scrive da anni sul Manifesto e non solo, oltre ad aver creato una risorsa web interamente dedicata al mondo cinese China-files

La descrizione della realtà cinese, illustrata da chi dimostra di conoscerla bene e di esservi immerso con l’intenzione di comprenderla e capirla, mette in evidenza l’incredibile balzo economico, culturale e sociale di questa società.

A partire dalla pervasività del fenomeno WeChat, che è ben di più di una semplice APP nata per semplificare tante procedure. Il nostro sguardo occidentale, così attento alla privacy e così geloso di spazi personali dove nessuno deve ficcare il naso, si arrende davanti all’atteggiamento di milioni di persone che invece considerano questa “invadenza” come un servizio necessario e quasi auspicabile. E’ il ribaltamento della percezione che si ha della tecnologia, vista non come un Big Brother invadente ma come uno strumento necessario, una sorta di male minore nei confronti dell’inevitabile caos che ne potrebbe scaturire.

Si va dagli utilizzi omnicomprensivi di questa app che serve praticamente per tutto (dal pagare al prenotare, dal cercare all’essere rintracciati, dal muoversi al conoscere…) passando poi agli aspetti meno evidenti, cioè il grande sforzo e impegno tecnologico che si cela dietro a questi risultati. Il timore di fondo, ben evidenziato, è che l’occidente abbia ormai perso il treno dell’innovazione e che questo sia ormai, inevitabilmente, in mano cinese. Con tutte le derive immaginabili: stile di vita, considerazione del ruolo dello stato, l’innestarsi del nuovo su tradizioni millenarie che sono comunque rimaste nel background psicologico dei cinesi. Sembra quasi di assistere ad una evoluzione culturale di massa dal “Celeste impero” del Regno di mezzo, come ama chiamarsi la Cina, al nuovo monopolio assoluto dello Stato sui cittadini.

L’aspetto inquietante che ne emerge va oltre gli aspetti tecnologici. Non è tanto la possibilità del riconoscimento facciale, dell’uso massiccio dei big-data e dell’AI che ne estrae informazioni preziose, quanto il fatto che la gente considera questa possibilità come necessaria, come un effettivo progresso e come auspicabile. L’ordine e la “serenità” contro il caos di un mondo ormai troppo complesso da gestire. E la Cina ha dimostrato capacità di gestione notevoli, visto il salto economico e culturale compiuto negli ultimi 20 anni (e la preparazione precedente che ha reso tutto ciò possibile).

Ogni tanto fanno capolinea i termini cari all’occidente: libertà, scelte personali, libero pensiero, persino l’esigenza di una libera scelta della religione a cui ispirarsi. E la impietosa strategia statale che passa incurante, come un caterpillar, su tutte queste ambizioni umane, in nome dell’ordine e dell’efficienza.
Effettivamente il futuro sembra additare nel modello cinese una strada che sembra quasi obbligata, condivisa com’è da milioni di persone e milioni di implementazioni di successo.
Inevitabile chiedersi se questo scenario possa essere l’unico, il migliore, l’inevitabile.

Ottimo testo quindi per riflettere, sulla base di informazioni di prima mano, sulle prospettive future (o possiamo ancora chiamarle “derive”?) e su modelli che verranno sicuramente presi in esame anche nei nostri contesti; vasti pensare a tutto il dibattito sul 5G che non è un semplice upgrade tecnologico (connessioni più veloci), ma il trampolino per un profondo cambio di strategie, metodi e strumenti, dove l’AI svolgerà un ruolo essenziale e ormai i progressi dell’AI non sono più quelli proposti dalla cultura occidentale, ma quelli imposti dal più potente player oggi presente al mondo: la Cina, appunto.

Il futuro della rete passa ormai dalle sue principali implementazioni, non più dal sogno dei pionieri, è importante quindi chiedersi (e darsi da fare, in un modo o nell’altro) se la rete continuerà ad essere uno strumento di conoscenza e di libertà, oppure una gabbia sempre più pervasiva e onnipresente.

P.S. e anche questa recensione (abbastanza asettica, ammettiamolo), è stata pubblicata su AMZN

un chiodo fisso …spuntato

un chiodo fisso …spuntato

Piccola odissea per “tentare” di attivare un n. fisso con un “noto” fornitore di connettività. Tutto è iniziato il 2 di ottobre, quando recandomi presso il negozio fisico di V. della mia zona, chiedo conferma di quanto avevo già verificato sul loro sito, per valutare la possibilità di attivare un nuovo n. fisso per una nuova abitazione. Telefono e Internet, il pane quotidiano, insomma. La prova online era andata bene, anzi, meglio del competitor T., che sembrava meno performante per quel preciso indirizzo (addirittura sul sito di T. non figurava). Apparentemente in quel preciso punto dell’Italia la connessione era possibile fino a 100 Mb. Non male, visto che il vicino sfiora a malapena i 50. Naturalmente le conferme sono più che smaccate (“Siamo i primi come fissi installati in questa zona…”) Così, sperando di risolvere rapidamente un problema ho aperto le danze e iniziato la trafila per l’attivazione.

Niente da dire sulla cortesia e gentilezza degli operatori V. sempre esaurienti, sia dall’Italia che dalla Romania, solo che dopo 2 settimane arriva l’avviso del sopralluogo tecnico (effettuato da S., un service esterno a V.), ma il primo appuntamento va in bianco; con molto ritardo i tecnici chiamano e chiedono “Ma dove siete”? Strano, indirizzo e tutto il resto era ben chiaro nella richiesta visto che persino il n. di telefono era corretto, ma la squadra tecnica stava cercando il nostro indirizzo a ben 15 km di distanza! Chissà quali db aziendali avranno consultato…
Peccato che dopo un paio di chiamate e conferme, si prefigura un secondo intervento: salta anche questo, senza però nessuna chiamata di precisazione. Seguo la pratica sul portale, mi illudo che la scritta “nella tua zona le richieste vengono esaudite mediamente in 20 giorni” valga anche per il mio caso. Comincio a contattare ogni 2 giorni il call center. Sul cell adesso ho 28 sms in pochi giorni della solerte V.

Giunge così l’SMS che conferma un ulteriore visita della squadra tecnica, la terza. Ma va a buca misteriosamente anche questa. Il call center sembra compreso di questi problemi e, sempre più gentili, mi seguono persino di sabato, mi confermano che a inizio della settimana successiva, tempo 24 ore, sarò finalmente contattato. “Ci siamo”, mi viene da pensare.

E invece si arena tutto in questo lido di speranze. A nulla servono i reiterati tentativi di contatto (quasi una decina, tutti senza risposta). Fino all’arrivo di un SMS che informa che la pratica è in corso, sarò richiamato e intanto  è possibile verificare l’andamento.

E allora verifichiamo questo andamento sul portale. Un po’ defilato, sotto un menu che prefigura un “ci siamo quasi”, arriva la conferma che le cose sono ben diverse. Non è nemmeno possibile attivare la linea fissa. Tutte le telefonate che provo a fare, da questo momento, al 190 o al n. aziendale vengono ignorate (un complottista direbbe “filtrate”), si chiede solo di restituire il modem già consegnato il 2 ottobre… E così lo riporto presso il negozio ;-(  

Con la piccola differenza che in questo modo ho perso un intero mese di tempo, non ho mai visto un controllo tecnico, quindi se non sono venuti è perché la verifica si poteva fare da remoto, probabilmente in tempi molto più rapidi.
Peccato, è in questo modo che risalta la qualità di un servizio …
Ok, e adesso passiamo a qualcun altro.