Discese rupestri…

Discese rupestri…

02022020 Una delle prime scorribande che ho fatto in bici sulla ciclabile di Siracusa era diretta verso la tonnara di s.Panagia. Luogo suggestivo, incredibilmente abbandonato al degrado e all’incuria, in una location che avrebbe stregato Salvatores se dovesse girare un sequel di Mediterraneo… Purtroppo succede ancora spesso, soprattutto da queste parti, dove tanti luoghi splendidi risultano annebbiati da una miope considerazione…

Ma documentandomi sui luoghi avevo anche letto della presenza, sulla parete sottostante, di una antichissima chiesa rupestre, ormai quasi completamente cancellata dal tempo. Avevo anche provato a scendere lungo la scarpata e curiosare in uno dei primi sentieri possibili. Troppi rovi e pochissima visibilità. Ho pensato subito che era tutto merito della natura che si stava riappropriando dei suoi tesori. E ho lasciato perdere.

Sono tornato invece domenica scorsa, giornata splendida e solare, cielo terso e temperatura primaverili (tutto merito del 2 febbraio, una data da segnare, questo 02022020. Ma questa volta, avendo un po’ più di tempo ho potuto appagare anche la curiosità. Si giunge all’edificio che un tempo costeggiava la ferrovia e si scende verso la tonnara. Ma quasi immediatamente si scende lungo una scalinata grezza e forse antica che porta fin verso la spiaggetta sottostante. Al primo semi-bivio riprovo l’avventura e mi allungo un po’ tra i rovi e le piante. Ma…niente da fare, troppo impervio e poco sicuro. Provo allora a scendere e vedere se ci sono altri sentieri. E infatti, quasi giunto al livello della spiaggia, ecco che dalla scalinata si stacca un abbozzo di sentiero. Erba piegata, segno inequivocabile di passaggio. Questa volta mi addentro e senza problemi proseguo. Pochi metri e ci si avvicina alla parete, pochi passi e si scorge nella roccia una grotta, o una sorta di ingresso. Piante di fichi con ancora (o già) i boccioli evidenti, i residui dei roveti estivi, tanta vegetqzione disordinata, ma si passa facilmente. E si arriva così all’ingresso di questa antica chiesa rupestre.

Si entra in un piccolo vano, dalla forma vagamente quadrata con angoli smussati, per terra i segni di qualche probabile fossa e sulla parete frontale ancoraben evidenti le nicchie di questa piccola cappella. Avevo letto che anni fa si intravvedevano ancora macchie di pittura; mi avvicino ma si vede ben poco, oltre alla nuda roccia. In un angolo, invece, si nota bene il segno della fuliggine, forse candele o ceri usati a lungo. Dalla porta si scorge il mare, una piccola finestrella, invasa da rampicanti, aggiunge un pizzico di luce all’ambiente. Fortunatamente pulito e sgombro da rifiuti (e conoscendo la spiaggia vicina questo è quasi un miracolo). Ambiente suggestivo, raccolto, da tenere presente per momenti di profondissima quiete e sovrumani silenzi…

Poi scendo sulla spiaggia e mi tocca fare attenzione alla quantità di rifiuti che vi sono raccolti, materassini, bottiglie, schifezze varie, tante macerie alla rinfusa… più avanti un ruscello, acqua non proprio limpidissima che finisce in mare, tra queste rocce che sanno di calanchi e latomie. Basterebbe così poco per un ripristino e una bella valorizzazione…

Poco lontano scorre la ciclabile con i suoi numerosi frequentatori. Speriamo che anche questo sia un elemento per riappropriarsi con più orgoglio di questo posto prezioso.

Le immagini di questa veloce escursione alla Chiesa rupestre di S.Panagia, da Siracusa ci vogliono poco più di 20 minuti in bici.

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