Tira chuches! Por favor…

Tira chuches! Por favor…

Sabato sera, 5 gennaio, centro di Alicante. Non sono qui per caso, di rientro dal capitolo provinciale marista che si è svolto a Guardamar (e ogni volta che capito da queste parti il luogo esercita sempre un forte richiamo, si vede dai post su Instagram?)

Passare la vigilia dell’epifania ad Alicante significa per forza poter vivere la speciale ricorrenza della cavalcata de los Reyes, una tradizione profondamente spagnola, dedicata soprattutto ai bambini, che ricorda il corteo dei Re magi che portano i doni al bambino di Betlemme. La città è in festa, vedi rivoli di persone, famiglie e gruppi che dalle 18 si avvicinano al centro. Intorno al palazzo della Diputaciòn si raccolgono i vari gruppi, i corpi musicali, i carri organizzati dalle parrocchie, dai quartieri, dalle associazioni, persino dai centri commerciali. Poi dalle 19 inizia la passeggiata, il percorso attraverso le vie cittadine, con un intenso lancio di dolci e caramelle per la gioia dei grandi e dei piccini. La bimba vicino a me continuava a gridare il suo refrain “tira chuches – lancia i dolci” sperando poi di riuscire anche a raccoglierli. E vedere questa sfilata attraverso gli occhi dei bambini diventa una festa anche per i grandi.

5 gennaio 2019: Ecco le immagini di questa cavalcata regale

Qualcosa di nuovo…

Qualcosa di nuovo…

Non è poi così difficile scrivere qualcosa di nuovo ogni giorno, il problema piuttosto è quello di scrivere qualcosa di sensato… Ma questo è un altro paio di maniche! Oggi ho aggiunto à queste pagine una finestra sui tweet (si dovrebbe visualizzare qui sotto, sulla destra) che proprio in questi giorni sto cercando di aggiornare con più attenzione. Mi trovo a Guardamar, in Spagna, e sto partecipando al capitolo provinciale dei Fratelli Maristi della nostra zona mediterranea. Siamo circa 30 persone incaricate di progettare il futuro per i prossimi anni e questo comporta sicuramente una buona conoscenza, tante responsabilità e poi… le decisioni da prendere. In un’epoca come la nostra dove la comunicazione spesso è il motore di tutti i cambiamenti credo che sia giusto e importante non trascurare questo aspetto, anche se qualche volta diventa estenuante mantenere il passo con i fatti che ora dopo ora si ammucchiano.

a 365° gradi… come minimo

a 365° gradi… come minimo


Sono proprio 365°, qualcosina in più dei canonici 369 che un buon cultore della geometria potrebbe invocare. Perché un angolo giro, a fine anno, non basta mica per una valutazione anche veloce di quanto vissuto e trascorso in questi 12 mesi. E la voglia di un piccolo ripasso, una sintesi o per lo meno un riesamino del tempo trascorso, spesso redime da tanta superficialità e fretta concitata. Trascorrere alcuni giorni di completo relax a casa, a due passi dal mare, mezza camminata dai monti e con un clima che effettivamente la dice lunga sul valore aggiunto del “mediterraneo”, è sempre una occasione speciale per questi momenti di riflessione.

Sono anche giorni di riposo e di gestazione di varie idee. Continuo a ripetere che sono proprio i prof ad aver inventato le vacanze. E ho appena controllato se qualcuno dei miei alunni sia in crisi di astinenza per il fatto che non ho assegnato quasi nessun compito..
Ma uno sto per darlo proprio adesso, dopo una intera settimana di riposo. Giusto per iniziare l’anno nuovo con uno spirito più battagliero. Sto per “infliggere” ai miei ragazzi di 2a media la lettura di un libro (libro, diciamo pure racconto breve). E vediamo come la prenderanno, visto che gli manderò un pezzo al giorno, fino alla conclusione, che avverrà lunedì prossimo, quando insieme concluderemo il testo.

Intanto… auguri

Intanto… auguri

Li abbiamo attesi fin dai primi giorni di scuola, e gli auguri non fanno mai male, anzi! E siccome Natale è proprio dietro l’angolo, dalla scuola marista di Giugliano, con tutti i prof (ma proprio tutti, mi ci sono cometato anch’io, nel finale 🙂 ecco gli auguri di Buon Natale 2018!

E siccome nella vita è importante lasciarsi sorprendere (Piero Angela, che ha da poco spento le sue prime 90 candeline ci ricorda il suo segreto: “studiate e siate curiosi, confermo che almeno i primi due suggerimenti sono essenziali!), proprio alla fine delle lezioni di dicembre, appena iniziate le vacanze, è arrivata anche una sorpresa davvero gradita. Breve flashback: quando ero “ancora” qui a Giugliano, verso il 2008, abbiamo avuto una richiesta di iscrizione un po’ sui generis; un ufficiale USA di servizio presso la base Nato voleva che i suoi figli, dovendo stare in Italia per un paio di anni, provassero almeno a conoscere e imparare l’italiano (e tutto il contorno); così abbiamo accolto Jacob (in 2media) e il fratellino Thomas (in 5a elem); splendidi ragazzini, curiosi e pieni di buona volontà, in pochi mesi l’italiano ha fatto breccia e tutta la famiglia era soddisfatta, giusto le sorelline erano un po’ invidiose di non poter frequentare da noi (i figli erano… 6!). Ci siamo tenuti un po’ in contatto nel seguito, ma giusto qualche mail…

E proprio ieri sono arrivati 4 ragazzi, i tipici americani da sbarco; alti, spigliati e inaspettati. Erano proprio loro, Jacob e Thomas, insieme alla fidanzata e alla sorellina (!) che volevano rivedere la loro scuola, dopo tanti anni. Ora studiano all’università, mentre il padre è impegnato a Roma. Volevano solo dare un’occhiata: le classi, l’aula magna, la cappella, il giardino (Jacob era un appassionato e …mi dava una mano persino nell’orto, tutto serve!). Che bella sorpresa sentirli parlare ancora in italiano e con lo stesso entusiasmo di allora, ovviamente li abbiamo invitati a pranzo (qui abbiamo un grande chef che in poco tempo gestisce anche gli imprevisti, grazie Domenico); a tavola si spandeva un misto di italiano e inglese e la nostra comunità si è rapidamente allargata e rallegrata, anche perché ogni dieci minuti entrava un amico, un animatore, un docente… e via con le presentazioni, ma di certo i nostri amici ci sono già abituati, visto che nel frattempo anche la loro famiglia si è ampliata, i 6 fratelli ora sono… 9! Auguri e grazie della visita.

Ricorda di non dimenticare…

Ricorda di non dimenticare…

Sono passati 38 anni, quasi una vita. Ed è proprio di una vita che si tratta, quella di una ragazza che il 17 dicembre di 38 anni fa tornava a casa sua, tranquilla, nel centro di Giugliano. Ma non vi arrivò mai, fermata da una pallottola impazzita. Per anni la dicitura ufficiale parlava di “criminalità”, un effetto collaterale purtroppo ben diffuso. L’altra parola faceva più paura e non veniva usata. C’era paura a chiamare le cose col nome giusto, forse per nasconderne meglio la presenza. E dire che Mena era incappata per sbaglio nel luogo sbagliato nel momento in cui la camorra locale stava sistemando alcune sue faccende private non era il caso di sbandierarlo.

Dopo la celebrazione nella chiesa di S.Sofia (al termine una compagna di banco di Mena, l’attrice Teresa Barretta ci ha portato la sua calda testimonianza) ho accompagnato il piccolo corteo fino alla casa di famiglia, in Via Sion,, processione insolita in mezzo al traffico cittadino; qui un poliziotto ha deposto dei fiori. Poi ho parlato un po’ con il fratello Angelo, che insieme ai familiari, ha insistito per anni nel chiedere almeno questa chiarezza. Quando qui nell’istituto marista abbiamo pensato ad aprire un Presidio di Libera ci è sembrato giusto intitolarlo proprio a lei, una ragazza di questo territorio, una giovane maestra che si dava da fare per un futuro diverso. E sono ormai 6 anni che si continua a farlo, nell’avvicendarsi delle diverse persone e degli impegni.

Lo scorso anno anche il Comune di Giugliano ha compiuto un gesto significativo, intitolando a Mena l’Aula Consiliare. Mi piace riportare qui le parole che l’amico Raffaele Cantone ha espresso in quell’occasione:
“E’ un risarcimento tardivo alla comunità oltre che alla famiglia – ha detto Cantone – perché la parte sana di questa comunità aveva sempre visto con dispiacere la sottovalutazione di questa vicenda. Da ragazzino, quando passavo vicino casa dei Morlando, mi indignavo guardando la targa che la ricordava, in cui la parola camorra non c’era. Pochi anni fa quella targa è stata sostituita con un’altra in cui  compare la  parola camorra, perché qui la camorra c’è, eccome!”. ,