e vada per l’hackathon
hackathon, la Treccani lo sintetizza rapidamente come sostativo inglese [comp. di hacker «hacker» e (mara)thon «maratona»], in pratica un incontro nato per gli smanettoni del PC, poi come spesso accade, il termine scivola tra le masse e si è arricchito nel tempo di varie altre sfumature.
Quello che si è tenuto a Siracusa nei giorni 7 e 8 ottobre era dedicato al progetto Dignità in Campo, iniziativa portata avanti da numerose realtà locali e nazionali. In poche parole un progetto per contrastare il caporalato e ridare dignità al lavoro, soprattutto agricolo (e quel “in campo” assume così un duplice effetto). Basti pensare a Cassibile, al decennale problema dei migranti che stagionalmente vi si vanno ad accampare per i lavori di raccolta nei campi. Con tutti gli strascichi e le derive sociali che conosciamo.
Questo progetto, portato avanti dal Ministero del Lavoro e da numerose realtà del settore, era rivolto a 2 realtà molto concrete: questa di Siracusa e quella di Saluzzo. Una città del sud e una del nord accomunate da dinamiche sociali e lavorative molto più simili di quanto si potrebbe immaginare. Il fenomeno dei caporali, dei mediatori d’opera e dei migranti che vedono spesso calpestati i propri diritti, si ripresenta con tratti analoghi nei due ambiti.
Questo progetto è andato avanti per oltre un anno, il lockdown ha purtroppo inceppato molti dei propositi e delle idee sulle quali si stava riflettendo. Tra i vari attori coinvolti era giunta anche a noi del CIAO, coinvolti nella concreta realtà dei migranti in cerca di lavoro, l’invito a partecipare, insieme ad altre realtà del sociale (la Caritas, alcune cooperative, l’Arci…). Ci sembra interessante condividere questo modo di affrontare i problemi con realtà così disparate. Qualcuno ne parla indicandolo come Siracusa Experience. Ai tavoli di lavoro (almeno 3 incontri durante il 2019) c’erano la Prefettura, i Sindacati, i rappresentanti dei datori di lavoro, le cooperative… persone molto diverse. Esperienze che arricchiscono tutti i partner.
Era in ballo la progettazione di una campagna stampa a livello nazionale, il lancio di slogan e media per sensibilizzare l’opinione pubblica, iniziative per diffondere la conoscenza dei fenomeni sottesi al dramma del “caporalato”, ma molte cose sono state rinviate per il prossimo anno. Anche se puntualmente, a Cassibile e nei dintorni, i problemi non sono mancati nemmeno quest’anno.
Ci è stata mostrata anche una breve anteprima del docufilm che si sta realizzando su questo progetto; è possibile visionarlo qui.
A parziale conclusione si è realizzato quindi un incontro finale, questo hackathon, che oltre ai partner del progetto che avevano lavorato per approfondire le tematiche e i fattori coinvolti nel problema, ha visto degli “invitati speciali” molto particolari: 3 classi di ragazzi delle scuole superiori dell’IISS Filadelfo Insolera (il principale polo di istruzione tecnico-professionale per il settore economico tecnologico e dei servizi nella città di Siracusa), una classe era proprio dell’agrario.
Ci siamo così ritrovati insieme a questa variegata platea per ripassare i vari punti del progetto, delle risorse e persone coinvolte, delle dinamiche in gioco… l’incontro si è svolto presso l’Urban Center, l’organizzazione era quella classica dei tavoli rotondi a gruppi, con possibilità di variazioni sul tema (soprattutto per i ragazzi).Tanti i momenti basati sulla discussione di gruppo e sul role playing… qualche intervento da remoto, qualche voce autorevole in presenza (dal Sindaco di Siracusa che ha dato il via ai “giochi” ai funzionari delle politiche sociali della Regione e gli Assessori del Comune).
Abbastanza interessante, ad esempio, sentire un ragazzo che, immedesimandosi nel ruolo del dirigente della Caritas cercava di illustrare il suo progetto per “ampliare l’azienda, aumentare il giro di affari e …i clienti”. Pensavo che il buon p.Marco, il responsabile, più che dirigente, della Caritas (proprio vero che i nomi contano!) non vede l’ora, invece, di poterli diminuire! Ma questi nostri ragazzi hanno tutto il diritto di non conoscere poi molto della vita concreta in questo specifico ambito, se non ci sono concrete possibilità di contatto. Se si pensa che quest’anno è stata inserita, nuovamente, l’ed. civica nella scuola, non possiamo certo farne una colpa ai ragazzi…
Per quello che chiedevo alle docenti che accompagnavano i ragazzi come erano messi per quanto riguarda l’alternanza scuola lavoro, un modo sulla carta molto utile per entrare in contatto col mondo reale, ma così spesso ridotto, nella poca motivazione di alcune scuole, ad un tempo poco utile…
La cosa più interessante per il gruppo dei partner, invece, è stato l’incontro con Saverino Richiusa, Referente per i progetti dell’Ufficio Speciale Immigrazione, che ha illustrato i vari campi di azione della regione e le tante risorse disponibili. Paradossalmente, ci diceva, i soldi ci sono, il problema è che in pochi li chiedono nel modo corretto. Ormai tutto viaggia tramite i bandi europei e le piattaforme di progettazione, se non si entra in questa logica si rimane al palo. Ci ha raccontato ad esempio che per il fondo di contrasto alla povertà, una cifra imponente di oltre 100 milioni di euro, dal 2016 al 2018 sono stati erogati nemmeno 20 milioni, perché non arrivano progetti adeguati dal territorio. Mentre spesso chi potrebbe fare non arriva a conoscere queste risorse. Insieme all’Ass. Rita Gentile ci siamo riproposti di far tesoro di queste indicazioni. Anzi, eravamo lì proprio per questo!
E già che ci siamo, ecco alcune foto di questo hackathon all’Urban Center (che è veramente un bello spazio espositivo e operativo)