Proprio d’autunno

Proprio d’autunno

Passare alcuni giorni a casa, a Sanremo, bello arroccato sulla mia Sanlorenzo, a metà strada tra montagna e mare, non mi capita spesso. Ma questa pausa autunnale, era ben motivata per motivi familiari.

Sono stati giorni molto morbidi e apparentemente tranquilli, senza troppe distrazioni o incombenze varie. Un’occasione per osservare anche con calma il tempo che cambia, i giorni che lasciano sul paesaggio una patina stagionale ben evidente.

Peccato per le piante di cachi, che non erano ancora al momento più suggestivo dell’autunno, ma di “foliage” interessante ce n’era abbastanza, tutto intorno. Ci ha persino pensato l’amico fr. Zeno a mandarmi due foto del campo di Entracque, con le foglie ormai pronte al distacco, giusto l’occasione per aggiungere due righe (con foto, ovviamente) anche a questo proposito.

Ho ritrovato le piante avviate in agosto, anche se per forza di cose un po’ abbandonate; pulito un po’ il nostro orto, rimesso in piedi qualche rimasuglio di pomodori, mondato le insalate. Viene sempre la tentazione di seminare e coltivare solo erba, perché quella spunta ovunque…

E ho cercato anche di sistemare qualche altra pianta aromatica nei vari punti strategici; ne metterei quasi in ogni angolo, ma non di solo naso vive il panorama! E per quanto riguarda il naso, quello si è allenato abbastanza in cucina, con l’amalgama di sapori e gusti che stuzzicano sia il palato che la memoria.

Nell’ultimo giorno, dopo la pioggia di lunedì 1 novembre (a onor del vero qui da noi sono scesi poco più di 35 mm. di acqua, in modo davvero discreto e tranquillo, altro che le inondazioni siciliane di questi giorni, che ho scampato totalmente) ho provato a fare due passi verso la strada militare, il confine evidente tra l’abitato e il selvaggio. Una strada che si dipana tra serre e spianate ancora coltivate, tra gli ortaggi e le piante da ornamento; rapidamente la macchia mediterranea, o qualcosa del genere, prende il sopravvento e si raggiunge facilmente la zona dove l’unico intervento umano è quello della vigliacca inciviltà di chi scarica immondizie e rumenta varia nelle scarpate. Purtroppo anche qui le ferite sono evidenti e i vari cadaveri di frigoriferi e tv nelle ripe sono ormai un elemento storico, difficilmente sanabile.

Ma attraversata la strada e introdottosi un poco nel bosco, per fortuna tutto cambia e la natura riprende il sopravvento. Bastano pochi minuti per riconciliarsi con l’ambiente, sentirlo come doveroso e necessario, quasi onorarlo. E gli occhi prendono il sopravvento sulle parole.

Ecco qualche altra immagine di questi luoghi

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